Standing ovation per il Presidente, cartelli per il diritto allo studio, protesta stoppata

Il Capo dello Stato all’inaugurazione dell’Anno Accademico

Firenze – Il rapporto fra Firenze e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è facile e istintivo, come dimostra i minuti di standing ovation che viene tributato al capo della Stato, presente al Teatro del Maggio per l’inaugurazione del 100esimo anno accademico dell’Università di Firenze. Un discorso che tocca il cuore dei fiorentini, con le citazioni di Calamandrei e La Pira, al Teatro del Maggio insieme alla rettrice, Anna Petrucci, che non si lascia sfuggire l’occasione per ricordare alla ministra Bernini che all’Università sono necessarie più risorse. Insieme, anche gli studenti, in particolare quelli dell’Udu, che hanno inscenato una protesta pacifica, innalzando, prima della cerimonia, cartelli per attirare l’attenzione del Capo dello Stato sul diritto allo studio. Ma, a quanto risulta, la loro protesta è stata bocciata e i rappresentanti dell’Udu portati fuori e trattenuti.

Immediata è scattata la solidarietà della Flc Cgil, che in una nota scrive: “Prima dell’inizio della cerimonia questi studenti – che, a quanto risulta, avrebbero manifestato in modo pacifico e silenzioso, sollevando dei cartelli, in difesa del diritto allo studio – sono stati condotti fuori dalla sala e trattenuti per tutta la durata dell’evento, senza neanche la possibilità di allontanarsi e tornare a casa o all’università. Consideriamo grave l’accaduto ed esprimiamo preoccupazione per un clima sempre più tendente a impedire la libera manifestazione, pacifica e democratica, del dissenso”.

Del resto, la stessa Cgil, sempre stamane, aveva fatto consegnare al Presidente una lettera dove si critica il progetto di autonomia differenziata e si fa appello alla massima carica dello Stato affinché l’istruzione resti di competenza statale.

Si legge infatti nella lettera: “Grande preoccupazione per l’ipotesi di autonomia differenziata. Crediamo che, per garantire l’equilibrato sviluppo del paese, da quell’ulteriore processo di regionalizzazione si debba escludere la “scuola” (intesa nel suo significato più ampio) che non si può semplicemente definire un servizio o una prestazione. Affidiamo a Lei, alla sua sensibilità, alla sua autorevolezza, quale presidio costituzionale a difesa dell’unità della nazione, il nostro appello affinché l’istruzione resti materia di competenza statale, perché, se viene minato alla radice il sistema scolastico, il paese finirà per sbriciolarsi più o meno lentamente nelle coscienze prima che nelle scelte e nelle nefaste conseguenze che ne deriveranno .Di fronte ai temuti provvedimenti la FLC CGIL è decisa ad intraprendere ulteriori iniziative e forme di mobilitazione con il più ampio coinvolgimento di lavoratrici e lavoratori insieme alle cittadine e ai cittadini di questo Paese ancora unito, ma quello che può fare Lei in virtù del suo ruolo è sicuramente più efficace”.

Foto d’archivio

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