Firenze – Nomi e incarichi della squadra del Presidente Rossi, tutto potrebbe anche non essere semplice come appare.
Partiamo ad esempio dalla mossa più scontata e preannunciata: Eugenio Giani nel ruolo di presidente dell’assemblea. Niente sembrerebbe ostare alla sua attesa proclamazione, ma anche le cose più sicure, in questo inizio d’estate, potrebbero rivelare sorprese. Ottimo risultato, quello di Giani (che è stato visto persino a cene senesi), ma nelle province ci sono tanti ottimi risultati. E con tanti candidati che “hanno fatto bene” e che quindi s’aspettano di vedere riconosciuto il loro impegno, la presidenza dell’assemblea potrebbe anche non diventare così automatica. Se seguiamo quella che ad oggi potrebbe apparire una semplice ipotesi accademica, senz’altro Eugenio Giani non ci starebbe a fare il “peone” in consiglio regionale e dunque prenderebbe la strada per Roma, come più volte ventilato.
C’è anche un affaire da sistemare con quella che qualcuno chiamerebbe “la terza opzione”, che potrebbe portare il nome di Leonardo Bieber. Il quale pur non raggiungendo la quota salvezza resta tuttavia il secondo dei non eletti dopo Titta Meucci. E che potrebbe anche beneficiare di un possibile rimpasto di governo cittadino, forse forse riuscendo a puntare con qualche speranza quel posto, lui presidente della commissione urbanistica, di assessore all’urbanistica che era di Titta Meucci e che sembra lui stesso avesse nelle proprie corde.
Del resto si racconta che Bieber avesse avuto un abbocco col sindaco proprio sulla questione e che il primo cittadino lo avesse invitato, intanto, a candidarsi. Anche lui come Titta Meucci, per la quale sembrerebbe che, al momento, non ci siano poltrone da assessore: sarebbero troppi due assessori fiorentini (renziani e donne), e poi così importanti come l’indiscutibile Saccardi, lanciatissima ormai sulla poltrona della Sanità regionale, da cui controllerebbe circa il 75% del bilancio regionale toscano. Una poltrona così determinante da far passare in secondo piano anche la “perdita” della carica di vicepresidente, con cui potrebbe invece venire gratificato l’aretino Ceccarelli, assessore uscente ai trasporti e soprattutto “campione” di preferenze: 17.682 per la precisione. Del resto, tornando a Bieber, se lui fosse “sistemato” direttamente da Palazzo Vecchio, potrebbe tornare in gioco l’intraprendente Andrea Giorgio il giovane, come lo chiamano nei corridoi piddini (un soprannome che ha portato fortuna a suo tempo a un altro personaggio) e che sembrerebbe contare fra i suoi sponsor sia pure in via ufficiosa anche lo stesso Nardella.
Insomma, sugli otto di squadra, 5 sono renziani e 3 “liberi”, tenendo conto anche della geopolitica suggerita dal territorio. Uno che quasi sicuramente avrà un ruolo importante è Antonio Mazzeo, di Pisa, responsabile dell’organizzazione della segreteria di Dario Parrini, il più votato del suo collegio, famoso nel partito come il “rottamatore” killer dell’ala bersaniana pisana, della quale è sopravvissuto solo il lettiano ex presidente della Provincia Andrea Pieroni, che ha conquistato il posto in assemblea regionale. Di lui si dice sia il candidato ideale nel ruolo di capogruppo, ruolo delicato e importantissimo. Mentre qualcuno lo darebbe ancora papabile per poltrone più d’azione. Fra i componenti in mano al presidente, oltre Ceccarelli, si scommette su Vittorio Bugli, che farebbe la parte del “tecnico” che mancherebbe a Rossi in un settore così importante come l’economia. Una poltrona che si adatterebbe all’uomo politico di Empoli, che è anche molto vicino al governatore.
Così, s’arriva al “terzo”. Che potrebbe non essere l’incomodo della situazione, ma potrebbe invece diventare la pedina attorno a cui ruota l’operazione più difficile: si tratterebbe di un sindacalista. Non uno qualsiasi, beninteso, ma il segretario regionale della Cgil, quell’Alessio Gramolati che, alla prospettiva di andare ad occupare un posto nella direzione nazionale del sindacato a Roma, sembra abbia nicchiato. L’operazione difficile potrebbe riguardare l’importante ruolo di assessore al lavoro, che Rossi deve cercare di attribuire con attenzione a qualcuno che abbia preparazione e competenze, e che soprattutto conosca il settore senza rischio di smarrimenti. A favore dell’ipotesi che sia in corso un tentativo in tal senso, anche la sintonia che ha legato i due nella risoluzione, spesso con veri e propri successi, di importanti vertenze nella costa e non solo. La difficoltà potrebbe essere quella di far digerire un sindacalista ai renziani, che sono notoriamente allergici a certe importanti organizzazioni e corpi intermedi. Anche se dalla sua Gramolati ha la fama di non essere mai stato “pasdaran” come spiegano dal partito. E il suo coinvolgimento nella squadra darebbe anche credito a Rossi di non essere del tutto sotto scacco dei renziani. Non solo: c’è anche da considerare che l’abolizione delle Province porterà a carico della Regione la gestione di tutta una serie di uffici, servizi e “sportelli al pubblico” riguardanti l’occupazione che solo qualcuno con molta esperienza, conoscenza e competenza potrà sbrogliare.