Firenze – Se si fa il conto dello spreco alimentare in Toscana, non si riesce a non essere preoccupati. L’allarme è stato lanciato ieri 22 settembre a Firenze dalla Cia e dall’Associazione nazionale pensionati della Toscana che hanno elencato i numeri dello spreco, precisando che, con la spesa media alimentare in Toscana pari a 449,79 euro al mese, con il solo equivalente di ciò che viene gettato inutilemnte si permetterebbe a ben 1.500 famiglie di mangiare un anno. Se infatti sono circa novanta i chilogrammi di cibo sprecato annualmente da ogni cittadino toscano, in totale si tratta di 340mila tonnellate di alimenti buttati nel cestino all’anno, pari ad un valore di 3,75 milioni di euro. In compenso, le famiglie italiane che dichiarano di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni sono il 13%.
Di fronte a questi numeri, urge, come hanno dichiarato Cia e l’ANP, una presa di coscienza generale dei termini della questione, che, oltre ad essere economica e sociale, ha un forte risvolto etico. Fra gli strumenti per arginare il dilagare della mentalità del consumo, particolarmente odiosa in questo campo, c’è, in particolare in Toscana, la possibilità di andare a ripescare le ricette più gustose e tradizionali nelle antiche tradizioni contadine della nostra terra, che facevano degli avanzi prelibate materie alimentari per semplici, gustosi e sanissimi piatti. Così, è stato proprio un libro a essere protagonista e “piattaforma” per lanciare la riflessione sugli sprechi alimentari; libro presentato ieri dalle due associazioni organizzatrici dell’evento, dal titolo “La cucina degli avanzi – attraverso le ricette contadine”; una prima iniziativa in un percorso fra i cittadini-consumatori che deve portare ad una consapevolezza maggiore sul tema.
“E’ dall’abbondanza e dalla mancanza di cultura che nasce e si alimenta lo spreco e il poco rispetto per il cibo – ha spiegato Enrico Vacirca, segretario ANP Cia Toscana – è proprio dagli avanzi, invece, che sono nati i piatti che rappresentano la tradizione culinaria della Toscana. Con questa ricerca e questa pubblicazione vogliamo contribuire a non sprecare il cibo, e rendere tutti un po’ più consapevoli”.
Il quadro particolare della Toscana mette in evidenza un sia pur lievissimo “vantaggio” rispetto ad altri territori, dal momento che vede lo spreco pro capite leggermente sotto l media nazionale con uno spreco pro capite di 94 chili di cibo all’anno. Il 38 per cento dei consumatori butta via alimenti scaduti o andati a male meno spesso di una volta al mese; il 42 per cento una volta al mese; il 17 per cento ogni settimana; mentre il 3 per cento ogni giorno (in Italia 8 %). Mensilmente vengono buttati in pattumiera in Toscana 28 euro di cibo a persona (media Italia 28,6 €).
«C’è bisogno – ha ricordato Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana – di maggiore consapevolezza da parte di tutti continuando a lavorare seriamente sullo sviluppo e l’implementazione di programmi di prevenzione dei rifiuti e sostenendo tutte le iniziative pubbliche e private per il riciclo e la donazione dei prodotti alimentari invenduti e contro lo spreco. Le cifre ancora alte degli sprechi alimentari non sono solo una vergogna da un punto di vista socio-economico, ma anche da quello ambientale: basti pensare, infatti – conclude Pascucci -, che una sola tonnellata di rifiuti organici genera 4,2 tonnellate di Co2. In questo senso la recente legge sullo spreco alimentare – approvata in Senato lo scorso 2 agosto – è un fatto in avanti molto positivo».
I cibi più sprecati – A livello domestico fra i prodotti acquistati si sprecano il 17 per cento degli ortofrutticoli; il 15 per cento di pesce; il 28 per cento di pasta e pane; il 29 per cento di uova; il 30 per cento di carne e 32 di latticini.
Abitudini di acquisto – Il 42 % della popolazione non è a conoscenza degli ingenti sprechi di cibo a livello globale; il 50 % si limita allo stretto necessario; il 47 % compra di più di quello che serve; 2% compra molto di più di quello che serve. Purtroppo in Italia il 13 % delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni.
Nel libro, La cucina degli Avanzi, realizzata con il contributo della Regione Toscana, si trovano gustose ricette della tradizione contadina toscana, facilmente realizzabili anche a casa con i cibi altrimenti destinati alla pattumiera. Cibi ancora buonissimi che possono dare vita a piatti sani e appetitosi. Dalla frittata di pane di casa alla ribollita, passando per la zuppa alla frantoiana e alla pasta pizza; senza dimenticare i ravioli del giorno prima e le polpette con gli avanzi di carne. L’evento si è concluso con gustosissimi esempi dell’arte culinaria affidata a prodotti spesso scartati, a cura dell’agrichef livornese Lia Galli.