Sprangate contro gli operai, “La prossima volta vi spariamo”

Oggetto dell’assalto la vertenza sindacale condotta da Sudd Cobas, 4 feriti

Seano – Brutta storia e 4 persone all’ospedale, sindacalisti, fra cui Luca Toscano di Sudd Cobas, oltre a sostenitori e operai. Ma le cose potevano andare diversamente e peggio, nella notte fra martedì e mercoledì scorsi, quando una squadraccia di ignoti, sembra italiani, hanno aggredito con spranghe di ferro gli operai in presidio per lo sciopero con cui sostengono le ragioni del lavoro davanti a un’azienda della zona, Confezione Lin Weidong, pelletteria. E come hanno urlato all’indirizzo delle vittime i figuri che hanno compiuto il raid, ovvero “la prossima volta vi spariamo”, la minaccia è del tutto esplicita.

Oggetto dello sciopero, l’ottenimento di ciò che ormai è conosciuto come 8×5, che sta per “contratto nazionale” del tessile, ovvero otto ore lavorative per 5 giorni. E non 12 ore lavorative per 7 giorni, come è d’uso nell’area e non solo. Protagonisti di una battaglia che si gioca sul filo di minacce e appunto blitz come quello descritto ( non è la prima volta che i presidi vengono presi di mira, ma questa volta è la determinazione e il sentimento di impunità dei partecipanti al blitz a inquietare), gli operai perlo più pakistani che lavorano spesso in condizioni di semischiavitù nelle fabbriche dell’area pratese e i sindacati di base. Battaglie che hanno condotto nel tempo a risultati positivi, come del resto si stava sviluppando la trattativa di questo giorni.

La piaga del lavoro irregolare nell’area pratese è stata posta sul tavolo in buona sostanza dai sindacati Si Cobas e ora Sudd Cobas, che, con l’attività posta in essere in particolare da Luca Toscano e Sara Caudiero ( che si sono anche beccati un’ordinanza di allontanamento dal territorio di Prato) hanno portato avanti non solo vertenze che hanno coinvolto la Regione che ha intensificato i controlli nelle aziende, bensì strappato il velo di indifferenza che ricopriva le vicende che accadevano in uno dei settori industriali più importanti del territorio. Qualcosa che sindacati più storici e strutturati non avevano visto o combattuto con altrettanta chiarezza. Purtroppo, almeno per quanto riguarda i controlli dell’Ispettorato del lavoro, a parte il far guadagnare qualche contratto part time a qualche lavoratore, come spiegano gli stessi sindacalisti e lavoratori, una volta che gli ispettori se ne vanno, ricomincia la solita storia.

Resta il fatto che le modalità di questa aggressione sono inquietanti, ma la reazione è stata immediata: mentre i feriti andavano in ospedale, altri lavoratori per lo più di origini pakistane organizzavano un corteo notturno per le vie di Prato; i lavoratori delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrate in sciopero per tutto il turno notturno.

“È una situazione che denunciamo da anni – dichiarano intanto da Sudd Cobas – Se esistesse una statistica per le aggressioni a lavoratori in sciopero Prato sarebbe in cima alla lista. Ma la statistica non esiste, perché aggressioni del genere sono più uniche che rare in altri territori. Nella provincia di Prato è diventata ormai la normalità. Questa volta gli aggressori erano italiani. Persone assoldate da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza. Lavoratori che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana invece che 12 ore al giorno 7 giorni su 7”.

E ora? “Ora, il picchetto a Seano continua – dice il sindacato – è la sfida che lanciamo a chi pensa di chiudere uno sciopero con la violenza e l’intimidazione mafiosa. Ci attaccano perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostrato in questi giorni di Strike Day. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”. La mobilitazione era inserita in una iniziativa generale, lo Strike Day appunto, che avevo lo scopo di mettere in luce il quadro generale di irregolarità del lavoro nell’area.

Non solo. Per domenica 13 ottobre, il sindacato Sudd Cobas ha chiamato, per le 17.30, una manifestazione antimafia con concentramento in Via Galilei, Seano (PO). “Facciamo appello al territorio, ai comitati, alla società civile, al mondo dell’associazionismo per manifestare e reagire uniti all’aggressione squadrista e mafiosa ai danni dei lavoratori che scioperano contro il sistema delle 12 ore 7 giorni nel distretto. Rompiamo il silenzio, mettiamo la solidarietà contro l’omertà, accendiamo i riflettori sulle zone d’ombra, difendiamo insieme il diritto di lottare per lavorare 40 ore alla settimana e non più 84. La manifestazione tornerà tra i capannoni che continuano a lavorare anche di Domenica, per ritornare a pretendere la fine del sistema 12×7, per la seconda domenica di strike day”.

Mentre sindacato e mondo del lavoro si organizzano, arrivano le reazioni delle istituzioni e della politica. Valerio Fabiani, consigliere di Eugenio Giani per le crisi aziendali e il lavoro, dice: “Occorre presidiare la situazione sul territorio a favore di un controllo di osservanza di norme e obblighi. In particolare, ritengo fermamente che debba essere tutelata la mobilitazione sindacale e che i lavoratori debbano essere messi in condizione di esercitare il proprio diritto costituzionale di sciopero in piena sicurezza”. Fabiani ha anche scritto in merito alla prefetta di Prato, Michela Savina La Iacona. E sempre ieri, il sindaco Edoardo Prestanti si è recato al picchetto degli operai.

Sulla questione, già nelle prime ore di diffusione della notizia, sono intervenuti il consigliere Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, di Sinistra Progetto Comune, con una dura nota: queste ore un assalto squadrista con spranghe di ferro ha colpito il presidio di Seano, in provincia di Prato. Si tratta di uno sciopero che prova a portare il sindacato dove si immagina che sia impossibile averlo. Si parla di turni di dodici ore per sette giorni alla settimana. Più del doppio delle quaranta previste dai contratti. Il tema non riguarda solo il comparto moda, ma è evidente la necessità di una scomoda riflessione sulla sostenibilità del nostro tessuto produttivo e sulle condizioni su cui si fonda, almeno in parte. Esprimiamo la nostra totale solidarietà a Luca Toscano e a tutte le persone aggredite, ringraziando chi sta lottando mettendo a rischio anche la sua incolumità. Ci aspettiamo analoghe posizioni da chi governa la nostra Città e la Città Metropolitana, perché Seano è molto vicina e collegata anche al nostro Comune”. Antonella Bundu si è recata sul luogo per portare la vicinanza anche fisica ai lavoratori e sindacalisti aggrediti.

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