Spini e Barducci: “Sede di piazza Ginori casa comune della sinistra”

Sesto Fiorentino – Un incontro con la stampa, ieri, a Sesto Fiorentino, per ribadire con forza l’appello “Oggi, più che mai, piazza Ginori 11”, vale a dire la necessità che la sede storica del centrosinistra rimanga aperta come punto di raccolta delle sue energie migliori. A presiedere all’incontro, Andrea Barducci, già presidente della provincia e sindaco di Sesto e  Valdo Spini, già ministro e deputato della circoscrizione, firmatari dell’appello.
Contro la paventata chiusura della sede, attualmente del Pd, Barducci e Spini avevano rivolto un appello affinché diventasse una casa comune del centro sinistra e della sinistra, di forze politiche della società civile, in modo da poter continuare a poter rappresentare valori e principi che hanno caratterizzato una storia non solo locale, ma anche regionale e nazionale.
Spini in particolare ha ricordato un sestese, Giuseppe Pescetti, uno dei primi deputati socialisti della storia d’Italia, nonché il grande storico Ernesto Ragionieri.
Lanciato il 15 giugno ultimo scorso, l’appello ha già registrato 500 adesioni.
Tra esse molto significative perché provenienti da esperienze politiche diverse, l’adesione del Presidente della Regione Enrico Rossi e del deputato Dario Parrini già segretario regionale del PD, ma anche quella di Alessandro Martini direttore della Caritas, di Emiliano Fossi neo rieletto sindaco di Campi Bisenzio e di molti altri parlamentari nazionali, esponenti regionali ed esponenti locali.
andrea_barducci.jpgIeri Barducci e Spini hanno sottolineato alcuni primi passi positivi. Intanto, è stata messa in atto una proroga al 31 dicembre della permanenza dell’attuale sede, in modo che questi sei mesi possano essere utili per allargare le adesioni, centrando l’obiettivo di realizzare una casa comune del centro-sinistra e della sinistra, in un comune significativo come quello di Sesto Fiorentino.
Spini in particolare ha sottolineato il fatto che si tratti del primo appello di questo genere, almeno nella realtà fiorentina. Un’iniziativa che mette in luce la necessità  di ripartire dal basso, dai territori, dalle esigenze e dalle istanze, dalle domande più profonde della base del nostro paese. È un metodo che se si afferma a Sesto potrà essere auspicabilmente contagioso.

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