Spese pazze in Regione, assolti anche i Verdi Naldi e Meo

Ancora assoluzioni dopo 3 Pd e i 2 ex M5S. Per il Gup Favia e Defranceschi agirono regolarmente, risparmiando sui rimborsi.

Nuove assoluzioni nel processo sulle spese pazze nella scorsa Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Il gup Alberto Gamberini ha assolto dall’accusa di aver indebitamente approfittato dei rimborsi gli ex consiglieri regionali del gruppo Sel – Verdi in Emilia-Romagna, il capogruppo Gianguido Naldi e Gabriella Meo, in carica nella scorsa legislatura. Erano a processo in rito abbreviato a Bologna per peculato, per le spese messe a rimborso del gruppo tra il 2010 e il 2011. La procura aveva chiesto condanne a un anno e quattro mesi. Meo è difesa dall’avvocato Guido Magnisi, Naldi dagli avvocati Libero Mancuso e Andrea Gaddari.

All’ex capogruppo erano contestati rimborsi per circa 77mila euro, alla consigliera per circa 7mila. Nessuno dei due era presente alla lettura della sentenza, in tribunale. L’assoluzione è arrivata con la formula piena – “il fatto non sussiste” – per quasi tutti i capi di imputazione, perché “il fatto non costituisce reato” per spese di trasporto di Meo, dall’abitazione a Sissa (Parma) alla sede della Regione a Bologna. L’avvocato Magnisi, riferendosi proprio all’assoluzione sugli spostamenti in auto, ha spiegato che la Meo “abita in un paese non servito da una stazione ferroviaria e non c’erano alternative. È un riconoscimento e una restituzione di dignità alla politica: un’insegnante che sceglie una missione eco-ambientalista e sacrifica la propria vita a far la spola tra il proprio paese di origine e Bologna. È una situazione in cui i confini della politica vanno rispettati”.

Fino ad oggi nello stesso filone d’inchiesta sugli altri gruppi consiliari, conclusa con 41 richieste di rinvio a giudizio, ci sono state le condanne dell’ex capogruppo Idv Liana Barbati, dell’ex gruppo Misto, Matteo Riva e di una sua collaboratrice, un patteggiamento per il leghista Roberto Corradi. Assoluzioni sono state invece pronunciate per Matteo Richetti, Anna Pariani e Marco Barbieri del Pd, gli ex M5S Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, l’ex Fds Roberto Sconciaforni, l’Idv Sandro Mandini. Tredici consiglieri Pd sono attualmente a giudizio, così come tre della Lega Nord. Non sono ancora concluse le udienze preliminari di Pdl e Udc.

Per quanto riguarda Favia e Defranceschi, ieri sono arrivate le motivazioni con le quali il Gup aveva deciso di assolverli. Il giudice sottolinea come l’ipotesi che abbiano “voluto lucrare indebitamente sui contributi” si basi su un quadro indiziario di “assoluta fragilità. E come Defranceschi abbia messo online i rendiconti delle spese del gruppo consiliare, “proprio al fine di dimostrare coram populo l’estrema oculatezza nella gestione del danaro pubblico”. Una gestione “scevra da sprechi che ha avuto un esito di risparmio complessivo di cui dà atto la stessa polizia giudiziaria”. Sui fondi vincolati alle esigenze di funzionamento, il gruppo “ha realizzato un risparmio di poco inferiore ad un terzo della contribuzione”.

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