Spese pazze: chiesto il rinvio a giudizio anche per tre reggiani

La Procura bolognese vuole il processo per 16 consiglieri regionali accusati di utilizzo allegro dei rimborsi da consiglieri. Tra loro anche Beppe Pagani, Marco Barbieri e Rita Moriconi

La procura di Bologna ha inoltrato al Gip richieste di rinvio a giudizio per 16 consiglieri regionali del gruppo Pd in relazione ai rimborsi del periodo compreso tra giugno 2010 e dicembre 2011. Con due archiviazioni: il riconfermato Antonio Mumolo e Paola Marani. Tra loro anche i reggiani Pagani, Moriconi e Barbieri.

A Marco Monari, capogruppo all’epoca del Pd, viene contestata una cifra di 940mila euro, a Marco Barbieri 9mila; a Marco Carini 9mila, a Thomas Casadei 4mila, a Gabriele Ferrari 11mila, a Vladimiro Fiammenghi 15mila, a Roberto Garbi 6mila, a Mario Mazzotti 13mila, a Roberto Montanari 24mila, a Rita Moriconi 17 mila, a Giuseppe Pagani 5mila, ad Anna Pariani 7mila, a Roberto Piva 15mila, a Luciano Vecchi 12mila, a Damiano Zoffoli 8mila.Tra i destinatari della richiesta di processo c’è anche il deputato Matteo Richetti: a lui sono contestate spese per 5mila euro.

Il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, commenta: “Pieno e grande rispetto per i magistrati, che devono fare il loro lavoro. Ma c’è da augurarsi che lo facciano nel tempo più celere possibile: è nell’interesse di tutti. Ci sarà modo per i consiglieri coinvolti di potersi difendere e, conoscendoli, non ho dubbi che saranno in grado di dimostrare la liceità dei loro comportamenti- aggiunge Bonaccini – in ogni caso, pieno rispetto del lavoro che i giudici fanno e se possibile poterlo fare in tempo breve”.

Immediata la reazione di C’è Beppe Pagani su facebook“: Sono ovviamente amareggiato ma non sorpreso per un provvedimento che sento profondamente ingiusto. Vorrei ricordare che stiamo parlando di spese per poco piu di 5000 euro in 24 mesi per le quali ho presentato ampia documentazione a giustificazione, della inerenza. Non ho mai utilizzato risorse del gruppo per interessi o affari personali. Tutte le spese sono relative ad iniziative politiche istituzionali legate alla mia funzione ho svolto autonomamente iniziative di formazione ed informazione sui temi politici della regione ed istituzionali”.

“Ho mantenuto un livello sobrio di spesa e improntato alla sobrietà la mia attività ho rinunciato al vitalizio fin da subito, rinunciato ai rimborsi km, rinunciato a oltre il 50% del budget previsto per la presidenza della commissione facendo risparmiare alla amm.ne regionale oltre 400.000 euro. Per questo pur amareggiato sono fiducioso… e sereno con la mia coscienza – conclude Pagani – Il resto, la sofferenza per ciò che ritengo una grande ingiustizia, appartiene a me, alla mia coscienza e alle tante persone che sento vicine”.

I post di Pagani sulla sua “sofferenza politica” continuano ad incassare molta solidarietà dal mondo vicino al sindacato e al Pd.

Anche Rita Moriconi ha postato un commento molto amaro su facebook:

E’ davvero mortificante rispondere al telefono e apprendere dalla voce di un giornalista che è stato anche per me chiesto un rinvio a giudizio per peculato, in merito all’inchiesta riguardante le spese dei gruppi consiliari regionali.

E lo è ancor di più in considerazione del fatto che, delle spese contestatemi, e relative a 20 mesi di lavoro in assemblea solo una minima parte (circa 300 euro mensili) era effettivamente ascrivibile a me: il resto, come ho provveduto a dimostrare in fase di chiarimento ai magistrati , era riferito ai collaboratori che il gruppo regionale del PD mi aveva affiancato per consentirmi di svolgere al meglio la mia attività. Così come ho chiarito e spero definitivamente dimostrato che il “massacro” mediatico che ho subito e che mi ha recato, questo si, grande sofferenza, era riferito ad un spesa assolutamente non attribuibile a me e della quale non ero nemmeno a conoscenza.
Resto fiduciosa nella bontà del nostro sistema giudiziario e per questo affronterò con serenità il cammino che mi aspetta: sono e sono sempre stata una persona corretta e onesta, ho sempre agito in buona fede e per il bene degli emiliano-romagnoli. Sono stata tra i primi consiglieri a rinunciare al vitalizio e ho accolto con soddisfazione ogni iniziativa di taglio alle spese. Questo è ciò che sono io e questo, ne sono certa, è anche ciò che emergerà alla fine di tutta questa triste storia.

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