“Pochi se ne sono accorti, ma il Consiglio dei Ministri del 29 agosto avrà una grande importanza. Infatti, all’interno del decreto “sblocca Italia” saranno previsti incentivi fiscali per aggregazioni e fusioni di municipalizzate. E ciò riguarderà anche Iren e la sua unica possibilità di salvezza“: ci va giù senza mezzi termini l’ex candidato sindaco di Un’Altra Reggio, Francesco Fantuzzi.
Resta il fatto che nei giorni scorsi le utility a partecipazione pubblica Iren e A2A hanno fatto segnare un rialzo in borsa proprio legato a quanto potrebbe accadere nell’immediato. Lo stesso Fantuzzi, a proposito di Iren, sostiene che “già l’assemblea di giugno, oltre ad approvare l’allarmante bilancio 2013 aveva rilanciato, per bocca del presidente Profumo, il progetto della cosiddetta multiutility del nord, con l’auspicio di incentivi per i Comuni soci e del sostegno finanziario di CDP. Profumo aveva concluso: ‘Iren ci sarà, speriamo che i tempi siano brevi’. I tempi sono anche maturi politicamente: i sindaci di Milano e Brescia, soci di riferimento di A2A, sono ora di centrosinistra“. Il salvagente definitivo?
Sull’altro fronte della questione sta il capitolo della revisione di spesa, la cosiddetta spending review. Per quanto riguarda le società partecipate degli enti locali, infatti, sono essenzialmente due i versanti che all’interno dello Sblocca Italia sono contemplati: da un lato il taglio, dall’altro l’aggregazione e la quotazione. L’eliminazione delle società che non emettono servizi essenziali è, tra l’altro, uno dei suggerimenti contenuti nel dossier sulle partecipate locali del commissario alla spending review Carlo Cottarelli. La spinta all’aggregazione dovrebbe essere aiutata da alcune norme che le agevolino con appositi incentivi.
Nello Sblocca Italia dovrebbe inoltre trovare spazio una norma che spinge notevolmente sulla quotazione delle imprese dei trasporti e dell’igiene urbana, oltre a provvedimenti che sposterebbero il settore rifiuti in capo all’Authority per l’energia e i rifiuti, così da evitare sanzioni Ue, mettere in moto le risorse già disponibili per il dissesto idrogeologico e velocizzare le conferenze dei servizi, favorendo gli investimenti.
Al di là del guado c’è un futuro più promettente?