L’alzata di scudi da parte dei gruppi di Forza Italia e Lega Nord a seguito della bocciatura in consiglio comunale della mozione Pagliani sul punto nascite di Castelnovo Monti ha assunto la forma del teatrino della politica più che del reale interesse a risolvere un problema per i cittadini: lo stesso Pagliani aveva infatti anticipato il 20 luglio lo stesso documento presentandolo come Ordine del Giorno urgente. Due mesi fa quindi il Consiglio Comunale aveva già discusso e già votato, bocciandolo motivatamente, lo stesso documento ri-presentato tal quale questo lunedì. In quell’occasione il gruppo del PD presentò un proprio ordine del giorno, che venne approvato dal Consiglio Comunale col voto favorevole della Lega Nord e con l’astensione di Forza Italia, in cui abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione al riguardo.
Ripartendo dalla recente risoluzione approvata peraltro all’unanimità (quindi anche con il voto di Forza Italia) dall’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, abbiamo infatti ribadito che il Piano di riorganizzazione che verrà deciso dalla Regione in attuazione di norme nazionali, dovrà essere concertato e condiviso con gli Enti Locali, tenendo conto dei bisogni diversificati dei territori coinvolti, delle criticità emerse e delle possibili soluzioni: assumendo come primo dato il tema della sicurezza per la mamme, per i nascituri e per il personale ospedaliero, tenendo tuttavia conto anche delle oggettive difficoltà geografiche e logistiche del territorio montano, nonché dei fattori di fragilità di questo, soprattutto sotto il profilo della tenuta della popolazione e del presidio del territorio.
Tutto ciò è molto lontano dai facili campanilismi demagogici di chi sta all’opposizione e non ha alcuna responsabilità di governo in barba a qualsiasi legge o decreto nazionali.
La ratio della norma che impone infatti la chiusura dei punti nascita con meno di 1000 parti/anno, introdotta fra l’altro dal Governo Berlusconi nel 2010, già prevede una deroga a 500 parti/anno come soglia minima per i territori scarsamente popolati e geograficamente sfavoriti, come i comuni del nostro Appenino.
Per alcuni anni la situazione non è cambiata, grazie allo sviluppo di percorsi virtuosi di forte integrazione fra i reparti di S.Anna e dell’Ospedale di Reggio Emilia, di cui certamente dobbiamo rendere merito alla gestione delle due Aziende. Avendo però il Sant’Anna 140 parti l’anno sappiamo che la Regione non potrà rimanere indifferente rispetto ad una riorganizzazione imposta dal governo centrale.
Piuttosto che esprimere una mera contrarietà –come proposto dal Consigliere Pagliani – riteniamo più responsabile un atteggiamento meno demagogico e campanilistico ma più orientato al raggiungimento del risultato di garantire una maggiore sicurezza e migliori condizioni per gli abitanti della montagna, trovando soluzioni innovative, a partire dalla situazione attuale, e valutando per esempio anche l’introduzione di diverse soluzioni organizzative e di modello, fortemente legate all’integrazione delle equipe.
Malgrado il Comune di Reggio Emilia non esprima competenze dirette sulla materia, abbiamo inoltre espresso l’impegno a sostenere le proposte messe in campo dai comuni e dall’Unione dell’Alto appennino reggiano, per individuare una soluzione ad un tema che preoccupa molto le cittadine e i cittadini del nostro Appennino.
Aver riproposto dopo soli due mesi lo stesso identico documento in Consiglio Comunale, potrà far ottenere qualche foto sul giornali in più e contribuirà a rendere meno efficiente il lavoro del Consiglio comunale, ma di sicuro non risolverà purtroppo alcun problema ad alcun cittadino.
Per questo motivo lunedì abbiamo deciso di respingerlo nuovamente, evitando di ri-presentare un controdocumento fotocopia e rimandando all’Odg che già abbiamo presentato, approfonditamente discusso e approvato in Consiglio Comunale a luglio.