Spazio Uno: il Donbass nel meglio del cinema dell’Europa orientale

Firenze – Trieste Film Festival in Tour, l’iniziativa che porta nei cinema d’Italia il meglio del cinema dell’Europa centro-orientale, arriva al Cinema Spazio Uno di Firenze con una due giorni in programma lunedì 9 e martedì 10 maggio.

Un elemento che certamente accomuna tutte le opere proposte è la capacità di raccontare un presente tumultuoso e complesso caratterizzato da forti inquietudini personali e sociali. Un presente in cui le insicurezze e le paure prodotte da guerre e difficoltà economiche sono alla base di movimenti migratori dalle periferie più povere e tormentate del pianeta, un presente fatto purtroppo di conflitti e guerre che il cinema ha la capacità, ma soprattutto il dovere di raccontare. Anche per questo la direzione del Trieste Film Festival e Lo Scrittoio, ideatori dell’iniziativa, hanno ritenuto fondamentale, in un frangente come quello che stiamo vivendo, riproporre il film Donbass di Sergei Loznitsa, vincitore del Premio alla miglior regia nella sezione Un Certain Regard di Cannes, ritenuto opera d’autore imprescindibile per farci capire almeno in parte quanto si sta verificando proprio in questi giorni nel cuore dell’Europa. 

Sempre focalizzato sulla polveriera del Donbass anche il documentario italiano Divided Ukraine: What Language Do You Express Love In? di Federico Schiavi Christine Reinhold, che dà voce alle vite e alle storie di uomini e donne di una regione che vive dal 2014 in un contesto di guerra civile, sfociata nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina. Ma il Trieste Film Festival in Tour è soprattutto un modo per far apprezzare al grande pubblico realtà, storie sommerse o poco conosciute, cinematografie che meriterebbero maggiori attenzioni da parte del circuito distributivo nazionale. Premiato dal Pubblico al Trieste Film Festival il thriller psicologico serbo con elementi noir Darkling (Mrak) di Dušan Milić, tratto da una storia realmente accaduta, racconta la difficile vita dell’enclave serba in Kosovo dopo il conflitto nei Balcani. Il film georgiano Wet Sand della regista Elene Naveriani, ritratto molto crudo dei pregiudizi sociali di una piccola città situata sulla costa del Mar Nero. L’attore protagonista Gia Agumava ha ottenuto il Pardo per la migliore interpretazione maschile all’ultimo Festival di Locarno. 

As Far As I Can Walk (Strahinja Banović) di Stefan Arsenijević, premiato al Festival di Karlovy Vary 2021come miglior film menzione speciale della giuria al Trieste Film Festival. Il regista riadatta un antico poema serbo alle vicissitudini attuali dei migranti africani riuscendo nel contempo a raccontare una bellissima storia d’amore. Premio speciale della giuria al Karlovy Vary Film Festival, Sisterhood (Sestri), primo lungometraggio della regista macedone Dina Duma che firma un delicato ritratto adolescenziale, in un contesto scolastico incui l’esuberanza giovanile sprofonda nel lato oscuro del cyberbullismoCandidato all’Oscar come miglior film internazionale per la Bulgaria, Fear (Strah) di Ivaylo Hristov, una storia di frontiera raccontata con ironia, nella quale l’incontro con un rifugiato cambia la vita di una vedova che ha perso il lavoro come insegnante. Andromeda Galaxy (Galaktika e Andromedës) è il primo lungometraggio della giovane cineasta kosovara More Raça; racconta la storia di un uomo che deve combattere con la corruzione e la disoccupazione per prendersi cura della figlia. I Never Cry (Jak najdalej stąd)di Piotr Domalewskipresentato in anteprima al Festival di San Sebastian e vincitore del Premio Cineuropa. Un racconto di formazione in cui il regista affronta anche la questione migratoria attraverso gli occhi della giovane protagonista che dalla Polonia va in Irlanda per riportare a casa il corpo del padre. Infine il film vincitore del Film Festival CottbusWild Roses (Dzikie róże) di Anna Jadowska, un film sulla maternità e sull’essere donna raccontato attraverso la storia di Ewa, che dopo un lungo periodo di ricovero torna al suo villaggio dai suoi figli.

Foto: Donbass di Sergei Loznitsa

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