Spaccatura Cgil: fuorviante lettura mediatica

BER6 Berlin, East Germany, Oct. 4, 1979 - Soviet President Leonid Brezhnev and East German leader Erich Honecker change kisses after Brezhnev was honored with the title "Hero of the German Democratic Republik" and the "Karl Marx Medal". Brezhnev participates in the celebrations marking the 30th anniversary of the East German State`s foundation. (AP Photo/Helmuth Lohmann/stf)Il dibattito scatenato in merito ai “propositi” di divisioni, spaccature o quant’altro in seno alla Camera del Lavoro reggiana, sembra essere piuttosto fuorviante che corrispondente al vero. Il baccano mediatico di questi giorni, sembra più figlio di trame politiche piovute dall’alto e di finalità politiche esterne, che di logiche dissolutorie interne al sindacato di via Roma. Fa specie che per motivazioni del tutto similari legate alla autonomia politica di ciascuna camera del lavoro, non si sia levato alcun putiferio mediatico quando hanno riguardato ad esempio la gestione nazionale della Cgil a stragrande maggioranza in quota Susanna Camusso, come ad esempio le infelici dichiarazioni su ipotizzate scomuniche per quanti non erano “allineati” a quelle maggioranza. A pensare male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno e non sbagliava, perché viene da pensare che questa sparata mediatica sia figlia piuttosto di quella pericolosa “cultura” antisindacale che si sta insinuando nel Paese, purtroppo non casualmente e montata guarda caso proprio attorno a una delle due camere del lavoro italiane, ossia quella di Reggio, dove la componente a capo di Landini e della Fiom è invece quella che ha prevalso a congresso e tutt’ora resiste. Viene da pensare che per fini politici ben precisi, si voglia in qualche modo mettere a tacere o depotenziare in seno alla Cgil la componente meno allineata e più battagliera e meno disposta al compromesso. Con questo nessuno si senta escluso da responsabilità ,eppure sulla gestione del “sindacato rosso” a livello nazionale ce ne sarebbe da dire, compreso l’assordante silenzio al tempo dell’approvazione della legge Fornero, che aveva ed ha ancora tra i suoi fautori quel Partito Democratico che fa pesare e non poco la sua linea nella Cgil. Peccato che per tutto questo a rimetterci sono e saranno sempre i lavoratori, i quali faticheranno a comprendere logiche di questo genere, specie se montate più sul falso che sul vero. Sarebbe il caso, vista l’attuale disastrosa condizione dei lavoratori del nostro Paese che vengono privati dei loro diritti ogni giorno che passa, a partire dall’articolo 18, che il baccano e i propositi di battaglia vangano riservati alla risoluzione dei problemi politici e non a mettere in scena ridicoli teatrini mediatici della peggior specie.
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