Firenze – Raffica di spaccate, la città è piena di sgomento. Ma soprattutto, come dice Aldo Cursano, presidente di Confcomercio Toscana, è pervasa da un sentimento nuovo e pericoloso. Quale? Quello che, tutto sommato, le spaccate o le effrazioni di auto e negozi siano ormai cose abituali. Normali.. “Il vero problema, al di là delle condizioni in cui ci stiamo ritrovando in questa città – dice Cursano – è la percezione collettiva, che sta cambiando. Infatti, alla rabbia per il protrarsi delle spaccate, dei furti, di tutto ciò che rende la quotidianità preoccupante, si sta sostituendo a poco a poco una sorta di assuefazione che si sta facendo palpabile”. Insomma, dagli esercenti sempre col rischio di ricevere una telefonata nel cuore della notte che segnala l’ennesima spaccata, ai cittadini che tutte le mattine si chiedono se sarà la propria macchina ad essere stata colpita dai balordi o quella di chi è posteggiato accanto, il rischio è ormai quello di ritenere tutto questo “normale”.
“Un sentimento pericolosissimo – dice Cursano, reduce da una recente spaccata, ormai l’ennesima, nel proprio locale di piazza dell’Unità – alimentato anche dall’impunità che sembra arridere ai balordi di turno. Nel mio caso, il gentiluomo in questione era reduce di un altra spaccata, sempre in centro, in via dell’Albero. Ma ciò che fa ancora più male – aggiunge il presidente di Confcommercio Toscana – è che per sfondare il vetro superiore antisfondamento delle nostre vetrine, i balordi in azione hanno dovuto attivarsi per quasi un’ora, andando a cercare sampietrini e strumenti nel vicino cantiere. Il tutto non solo sotto le telecamere, da cui sono stati inquadrati perfettamente e riconosciuti poi in seguito dalle forze dell’ordine, ma sotto gli occhi di una serie di persone che transitavano sul luogo. Nessun ha avuto l’idea di telefonare alla polizia segnalando l’attività in corso”.
Un problema di assuefazione dunque, ma anche di altro tipo. “Da quando la città si è svuotata dai fiorentini – continua Cursano – è naturalmente venuto meno quel ruolo di presidio che è connaturata alle comunità che si ritengono tali. Un esempio? Sopra il nostro locale abitavano delle famiglie. Ora, è tutto vuoto. Il venir meno della residenza conduce al deserto. Il riempire il centro di turisti non ricrea né comunità, né presidio sociale”.
Non solo. Un altro punto, è la sensazione, da parte delle vittime, dell’impunità di fatto che assisterebbe chi si macchia di questi reati. Eppure, l’aggravio punitivo generale esiste da parte governativa, ed è esplicitato, in particolare, nel nuovo DDL Sicurezza di cui si fa un gran parlare, con inasprimenti delle pene e nuovi reati. Nuovi reati che tuttavia guardano in particolare a forme di protesta, come sit-in, manifestazioni, comportamenti nei cortei, o alle condotte in carcere. Oppure, rafforzano il consolidamento delle tutele nei riguardi delle forze dell’ordine. “Ciò significa solo – taglia corto Cursano – che le nostre esistenze e la tranquillità dei cittadini non rientrano affatto nelle priorità del legislatore. Siamo, diciamo così, vittime di serie B. Quando si vuole, gli strumenti si trovano”.
Intanto, domani, sabato 18 gennaio, a partire dalle 14.30 si terrà in piazza Puccini un presidio del comitato di piazza San Jacopino sul tema delle spaccate, che vede nella zona un andamento particolarmente pesante e ostinato. All’appuntamento sarà presente il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri, che coglierà l’occasione per rendere noti gli ultimi dati in tema di microcriminalità di strada.