Nuova proposta di legge per un’edilizia a consumo “quasi zero”

Potrebbe segnare un cambiamento del modo di lavorare e agire del settore pubblico e privato e, soprattutto, dell’economia ambientalmente sostenibile la proposta di legge per la “Disciplina della certificazione di sostenibilità degli edifici” presentata oggi dal consigliere regionale Monica Sgherri e da Pietro Novelli, architetto responsabile dell’associazione Ecoaction. Già con la legge del 2005 sul “governo del territorio” la Regione aveva individuato l’edilizia sostenibile tra le priorità di azione e, attraverso le specifiche linee guida, indicato come valutare in modo oggettivo le prestazioni energetico-ambientali in fase di progetto e di collaudo, affidando ai Comuni la scelta se introdurre gli strumenti di valutazione nelle proprie normative urbanistiche.
Ma i cambiamenti climatici e le condizioni di un mercato che nel primo semestre del 2012 ha subito in Toscana una flessione del 59,7%, spingono oggi ad assumere una posizione più decisa verso la promozione dell’edilizia sostenibile, per altro sempre più richiesta e apprezzata dagli utenti.
La proposta “è un atto concreto per rafforzare la green economy toscana” – ha detto Sgherri – ed “è vista come uno dei volani per la riconversione della nostra industria ma anche del nostro modo di fare inteso come consumo di denaro e di materie prime”.
D’altra parte – come ha sottolineato Novelli – “per creare le condizioni necessarie a rendere le caratteristiche di sostenibilità in edilizia è di estrema importanza che sia formalmente riconosciuto un sistema unico di certificazione regionale che si basi su criteri oggettivi, riconosciuti e codificati dalla normativa tecnica esistente e capace di garantire l’utente della effettiva sostenibilità ambientale dell’edificio non solo in fase di progetto ma anche a realizzazione eseguita".

P1010886.JPGLa nuova proposta prenderà infatti in considerazione l’intero ciclo di vita degli edifici, dalle materie prime all’impatto della loro produzione e trasporto, dalla realizzazione fino alla manutenzione e lo smaltimento finale, in linea con la necessità di affrontare i temi dello sviluppo con strumenti che incrementino i posti di lavoro e, soprattutto, rispettino la qualità di vita dei cittadini. L’ipotesi è di renderla obbligatoria per l’edilizia pubblica, mentre per i soggetti privati, pur facoltativa, potrebbe esserci dei benefici stabiliti a livello locale.
"Non c’è nessuna volontà di intransigenza nella nostra proposta – ha detto Sgherri – c’è anzi un’ampia disponibilità di discussione e confronti perché diventi propria di tutta la Commissione Territorio e ambiente e sia sostenuta “l’idea che la anima, ossia la capacità di coniugare innovazione, rispetto dell’ambiente e lavoro di qualità, quali pilastri del rilancio dell’economia toscana”.
L’impegno è che in tempi brevi siano organizzati sul tema momenti di confronto tra amministratori ed esperti per uno scambio di idee su modelli e pratiche con la diffusione di progetti di successo già realizzati.

Giovanna Focardi Nicita

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