Firenze – Eccolo, il caldo afoso tipico dell’estate di Firenze ha già dato qualche segnale. Nulla, in confronto a ciò che prevedibilmente tornerà ad abbattersi sulla città. E col caldo torna l’emergenza a Sollicciano, con celle che diventano veri e propri forni e mancanza d’ossigeno. Il problema viene riproposto da Massimo Lensi (Associazione radicale “Andrea Tamburi”), che ricorda la vicenda dell’anno scorso, quando, grazie alle continue denunce radicali, “la Regione Toscana e la Madonnina del Grappa fornirono gratuitamente un centinaio di ventilatori all’istituto penitenziario, ma si scoprì poi che l’impianto elettrico dell’istituto non era in grado di sostenerne il funzionamento. Le temperature nelle celle arrivarono così a livelli intollerabili e, nonostante i nostri appelli, non fu possibile ripristinare almeno la sorveglianza dinamica a celle aperte, neanche nelle ore di maggior afa”.
Passa l’inverno, torna l’estate, il problema è sempre lì ad aspettare. “Siamo nella stessa situazione di un anno fa – denuncia Lensi – i passeggi interni per le ore di aria sono ancora in larga parte da ristrutturare e non esistono programmi per alleggerire il problema del caldo, neanche per il personale di turno nei bracci. Per di più, la definitiva sepoltura del nuovo ordinamento penitenziario, atteso da decenni, ha certamente creato un forte senso di abbandono nelle persone detenute, aumentando i rischi di tensioni e atti di autolesionismo, a tutto scapito del difficile lavoro di rieducazione e risocializzazione previsto dalla nostra Carta costituzionale.
Senza contare che il 61% delle persone detenute soffre di almeno una patologia e la sanità in carcere è ancora problematica, come ricorda l’esponente radicale. “Insomma, la situazione già difficile, rischia di trasformarsi in una sorta di tragedia – conclude -per questo ci rivolgiamo alle istituzioni e alla direzione del carcere, perché sia attivato un tavolo di crisi in modo da approntare un serio piano per affrontare la stagione estiva in forma diversa da quella degli anni passati. Siamo alle porte coi sassi, cerchiamo, almeno quest’anno, di fare fronte all’emergenza prima che sia tardi”.
