Firenze – Da un quarto di secolo le città di Firenze e Salvador Bahia sono legate da un vincolo di amicizia: il 31 Maggio di 25 anni fa l’atto di gemellaggio fu sottoscritto in Palazzo Vecchio tra i Sindaci delle due città e gli Arcivescovi delle due Diocesi, il Cardinale Lucas Moreira Neves, attraverso il “Comitato per l’Amicizia tra Firenze e Salvador Bahia”, il Movimento per la Vita fiorentino e la Chiesa di Firenze, con il Cardinale Silvano Piovanelli.
Tra coloro che ebbero un importante ruolo operativo, grazie alla vicinanza con la Chiesa fiorentina e con il Cardinale Moreira Neves, il Professor Mauro Barsi, attuale Presidente del Progetto Agata Smeralda: “questa iniziativa ha avuto una forza diversa da tanti gemellaggi, che restano solo sui fogli di carta. Già prima di essere sottoscritta aveva salde radici perchè nasceva da un’idea concreta. La prima e la più importante, è rappresentata dalla presenza pluridecennale di coraggiosi ed infaticabili missionari fiorentini, inviati dalla Diocesi fiorentina nella Bahia, che si sono distinti in opere preziose di condivisione e di animazione pastorale e sociale.
“Per questo il gemellaggio- prosegue Barsi – è stato alimentato, giorno dopo giorno, anno dopo anno, da un rapporto concreto e sincero di amicizia, di aiuto solidale e di fraternità vera. In questo senso un ruolo di rilievo lo ha avuto soprattutto Agata Smeralda: in questi venticinque anni infatti sono state decine di migliaia i bambini e le bambine di strada adottati a distanza e tanti sono stati i progetti sostenuti e promossi a Salvador. La presenza di Agata Smeralda ha consentito non solo di dare un futuro a tantissimi ragazzi e ragazze strappate dal marciapiede, dalla droga, dalla microcriminalità, ma di realizzare e gestire case famiglia, anche per portatori di handicap e ragazze madri, centri sociali, scuole e ambulatori medici”.
Nella casa famiglia Fonte da Fraternidade a Capelinha, una delle favelas più povere di Salvador – hanno ricevuto il dono di Agata Smeralda, un pulmino Master della Renault, per ricordare il caro Don Renzo Rossi, primo missionario inviato dalla Chiesa fiorentina a Salvador Bahia. “Volevamo ricordare il nostro amico con un gesto concreto – spiega Barsi – e non potevamo che farlo attraverso un’iniziativa rivolta ai più poveri tra i poveri, perché questo grande prete fiorentino, per tutta la sua vita, ha riconosciuto in loro il vero volto di Gesù”.
Ma non vi è dubbio che ciò che caratterizza il legame tra le due città sia il grande ponte di solidarietà, un flusso che ha portato frutti straordinari. “Per questo – conclude Barsi – è fondamentale dare continuità a questo rapporto tra le due realtà, rinsaldandolo e rinnovandolo. Questo gemellaggio non va celebrato per compiacersi di ciò che è stato fatto, ma piuttosto per mantenerne vivo il significato e, ancor più, i suoi fondamenti concreti, giorno dopo giorno. Non è stato venticinque anni fa una pergamena ingiallita, non lo deve diventare adesso. E non lo diventerà finché riusciremo ad agire in modo fattivo, ad essere presenti con opere di evangelizzazione e di promozione umana, ad offrire a tante altre creature occasioni di crescita e di riscatto nella loro terra, affinché domani siano protagonisti del loro futuro e di quello del loro Paese”.