Qualche riflessione a caldo a urne tiepide, con le schede elettorali ancora da vivizezionare approfonditamente e le amministrative (segnale per le politiche ma non necessariamente) che hanno riguardato il Paese a macchia di leopardo: innanzitutto il dato più evidente che balza all’occhio, progressivamente da un po’ di tornate a questa parte resta quello del crescente astensionismo. Altri 10 punti percentuali in meno di media col partito di chi non va a votare che oggi sarebbe in Italia di gran lunga il più (anzi il meno in questo caso) rappresentato. C’è chi la chiama antipolitica o, più volgarmente, disinteresse. Ma è un liquidare il problema in modo frettoloso e semplicistico, da poco insomma. Per nascondere in fretta e furia la spazzatura sotto il tappeto. A sentire in giro le motivazioni di chi non si reca ai seggi, spesso si resta in realtà sorpresi da una scelta che affonda nel senso civico e nella moralità (e non nel loro contrario) le proprie radici.
Secondo elemento, strettamente legato al primo e faccia speculare di una moneta unica, l’affermazione di gruppi e movimenti che nulla hanno a che vedere (grazie a Dio, ci corre l’obbligo di dire) con la politica tradizionale, anzi che hanno cavalcato l’indomabile puledro un po’ populista, un po’ ancor più realista del re del “tutti a casa onorevoli cari”. Insomma l’inevitabile onda dell’anticasta che raccoglie crescente successo in modo direttamente proporzionale all’immagine che tutti i politici di pelo e di peso, incapaci di reazione degna perché probabilmente inabituati al lavoro ed al confronto vero, stanno dando di sé.
I balbetii dei commentatori in doppiopetto, i silenzi imbarazzati dalle sede centrifughe dei rimborsi elettorali ben dipingono il quadro di un Paese apparentemente allo sfascio cui il governo Monti starebbe dando la spallata definitiva per precipitare in un vuoto creativo e capace, in un futuro generazionale, di risorgere a vita nuova. Vampiri che succhiano il sangue delle vittime di oggi per risparmiare dall’abbraccio fatale i giovani di domani.
Bene; cominceranno lorsignori a fare un sano, quanto fuori tempo massimo, esercizio di autoanalisi e meditazione zen sullo sfascio rappresentativo (causato da loro, sia ben chiaro)? Se questo accadrà, ultimo di un rosario di ultimatum scaduti e disattesi, il voto “antipolitico” di oggi avrà avuto un senso. E sarà il primo passo per una gestione della Cosa pubblica finalmente dettata da un po’ di moralità. Per restare naturalmente nel frasario terminologico dei brontosauri che ancora vagano nei centri di potere di questo Paese. Ma siamo così sicuri per esempio che i Grillini abbiano meno senso dello Stato di chi in questi ultimi decenni l’ha depredato, defraudato, violentato e umiliato?