Slow tourism

Nel borgo gioiello di Cerignale, soli centoventi abitanti nell’incantevole alta val Trebbia, si è svolto il primo di una serie di incontri pubblici con al centro l’Appennino

Oltre i facili stereotipi, oltre una visione edulcorata o “da cartolina” che troppo spesso gli viene cucita addosso. È l’Appennino italiano. Dorsale unica al mondo, l’area meno antropizzata d’Italia, dal patrimonio culturale e naturalistico ancora poco conosciuto eppure di assoluto rilievo. Anima dell’Italia, lo definisce lo scrittore Paolo Rumiz, sia per la ricchezza che custodisce, a cominciare da una natura ricca di biodiversità, sia per il suo essere luogo privilegiato di un turismo lento, da fare a piedi, in bicicletta, a cavallo. Territori oggi più che mai rivalutati, e per fortuna ripopolati dalle famiglie, in questa estate 2020 del post lockdown.

Sabato primo agosto nel borgo gioiello di Cerignale, soli centoventi abitanti nell’incantevole alta val Trebbia, in provincia di Piacenza, si è svolto il primo di una serie di incontri pubblici con al centro l’Appennino, la sua vitalità e le tante idee per dargli sviluppo e futuro, anche grazie al turismo. A fare gli onori di casa Massimo Castelli, combattivo sindaco di Cerignale, che alla parola appennino associa spesso e volentieri l’aggettivo resistente, quasi a richiamare la vitalità indomita degli abitanti della montagna, capaci di resistere e di scommettere su un futuro nelle valli. E lo fanno inventandosi servizi e lavori, pur tra le mille difficoltà del quotidiano in alta valle.

Nuovi Viaggiatori è un’associazione piacentina nata nel 2009 per diffondere un’idea nuova di turismo dolce, più lento, non invasivo, un turismo di qualità e che crea socialità. Tra i suoi fondatori c’è Anna Leonida, che in veste di moderatrice del convegno ha più volte ricordato il tema del viaggio come forma di socialità e benessere, di spostamento non invasivo, di qualità della vita e delle relazioni. Ma anche il viaggio esperienziale che ti fa tornare a casa “diverso da come sei partito”. Di viaggio e di nuovo umanesimo ha parlato Giuseppe Magistrali, grande esperto di turismo sociale e autore di numerosi saggi sul tema. Citando il motto di Alex Langer «lentius, profondius, soavvius» Magistrali ha parlato un nuovo umanesimo del viaggiatore, di turismo della gentilezza, della capacità di accogliere dell’Appennino, nuovo luogo dell’abitare.

A rappresentare la dimensione più interessante del turismo lento, quello a piedi, è intervenuta la fiorentina Francesca Benassai, guida turistica ambientale e fondatrice di una tra le più importanti realtà italiane del turismo lento e responsabile che è Walden Viaggi a piedi. Benassai ha insistito sulla possibilità di abbracciare una dimensione turistica diversa, nuova, che conduca in luoghi autentici, dove non vi siano fast food dove mangiare né costruzioni ad hoc dove far alloggiare i turisti. Luoghi in cui si arriva a piedi, appunto. Come nella cuneese Val Maira, che ha detto stop alle stazioni sciistiche per riaprire i sentieri e fare tornare i turisti all’insegna della lentezza. Benassai ha ricordato l’importante volano economico rappresentato dal Sentiero Italia del CAI, oltre settemila chilometri che collegano la nazione dalle Alpi alla Sicilia e Sardegna. Luoghi dell’anima, luoghi di verità, direbbe il poeta paesologo Franco Arminio.

Marco Boschini, fondatore dell’associazione Comuni Virtuosi, ha ricordato come un nuovo modello di sviluppo ecologico e sostenibile debba mettere al centro le comunità, le piccole comunità. E debba mettere al centro una lentezza intesa come “velocità degli ultimi”. Per questo occorre mettere in circolo buone pratiche di Comuni e comunità sparse in giro per l’Italia. Perché le belle idee esistono ma vanno diffuse e imitate. Realizzare l’impossibile è possibile, basta iniziare a pensarlo.

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