Firenze – Sit-in agli Uffizi, questa mattina, per protestare contro lo stato in cui versa il personale, assillato da carenze d’organico che rendono la vita di questi lavoratori molto difficile.
“Gli Uffizi, insieme al Corridoio Vasariano, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli fanno parte del complesso museale delle Gallerie degli Uffizi, che dal 2015 costituiscono per numero e qualità di opere, uno delle più importanti istituzioni museali del mondo ed un vanto per Firenze, la Toscana e tutta l’Italia – si legge in una nota diffusa da Fp Cgil-Cisl Fp-UilPa nel piazzale davanti alla Galleria per denunciare la carenza di personale e richiedere assunzioni – a tale Museo, affluiscono circa 4.000.000 di visitatori l’anno con un ricavo di 30.000.000,00 euro circa, a cui si deve aggiungere tutto l’indotto rappresentato dalla ristorazione, l’accoglienza alberghiera, le guide turistiche, solo per fare alcuni esempi ed il commercio in generale”.
Dal 2010, “a seguito del blocco delle assunzioni voluto dal Governo allora in carica, il numero del personale ha subito una drastica e importante riduzione, a causa anche dei pensionamenti per raggiunti limiti d’età. I lavoratori hanno sempre garantito, comunque, un elevato standard di aperture e qualità della visita ma sempre più a fatica a causa del blocco del turnover”, per tamponare le carenze di organico sono stati inseriti nei musei dipendenti di aziende private e pubbliche (in house) che “spesso operano con contratti “a chiamata”, o contratti a tempo determinato, con tutte le difficoltà che comporta l’avvicendamento di personale privo di formazione specifica dell’organizzazione del lavoro. I dipendenti denunciano la sempre maggiore difficoltà di riuscire a garantire lo standard di apertura richiesta dall’Amministrazione per i musei, sia nelle aperture ordinarie che in quelle straordinarie. In particolare si sottolinea con forza la difficoltà di garantire oggi le aperture straordinarie, che solitamente coincidono con giorni di festività e di maggior afflusso di visitatori”.
“Chiediamo, quindi, con forza un numero adeguato di assunzioni di nuovo personale e la stabilizzazione dei lavoratori precari “a chiamata” che già lavorano nei nostri musei. Solo con l’arrivo di nuovo personale si potrà garantire a tutti i cittadini di visitare in sicurezza e quando più lo desiderano le meraviglie di questo complesso museale, invidiato dal mondo intero. Chiediamo con forza un numero adeguato di assunzioni attraverso lo scorrimento della graduatoria del concorso Addetti alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza, che possa permettere a tutti i cittadini di visitare in sicurezza e quando più lo desiderano le meraviglie di questo complesso museale. La cultura ed in particolare gli Uffizi producono importanti introiti e pertanto è necessario investire in maniera adeguata tali risorse perchè possano essere opportunità di sviluppo occupazionale per il territorio”.
Sulla questione, intervengono con una nota i consiglieri comunali Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, Sinistra Progetto Comune: “Ci è capitato di dirlo a fine 2022, in occasione della disastrosa tempestività con cui il Sindaco ha voluto aprire i Musei Civici anche per Natale: la cultura è un comparto su cui investire a partire dalla centralità di chi ogni giorno ci lavora, nella maggior parte dei casi in condizioni di sfruttamento e precariato.Oggi Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa hanno organizzato un sit in per denunciare l’assenza di personale e richiedere le assunzioni per la Galleria degli Uffizi”.
“Mentre chi governa a Roma e a Firenze impiega il suo tempo istituzionale a dibattere pubblicamente sulla chiusura o meno degli spazi in alcune giornate, i dati riportati dalla stampa ci dicono di numeri record per quanto riguarda le visite tra il 23 dicembre e il 1° gennaio.
L’uso dei contratti a chiamata e la condizione in generale di chi opera nei comparti della cultura e della vigilanza privata dovrebbero spingere il sistema politico istituzionale a vergognarsi.
Ringraziamo quindi le organizzazioni sindacali per la mobilitazione di oggi e rilanciamo la necessità di procedere nella direzione che indicano all’interno della piattaforma odierna”.