Delle 2000 strutture danneggiate dal sisma che nel 2012 colpì le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, 700 sono edifici religiosi. Al loro recupero, su un fabbisogno stimato il circa 460 milioni di euro, sono stati destinati fino ad oggi 230 milioni, il 22% delle risorse complessive dedicate al ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Sono questi i dati illustrati dalla Regione durante un convegno tenutosi a Crevalcore in occasione dell’anniversario per i quattro anni dal terremoto.
Durante i lavori – moderati da don Mirko Corsini, delegato regionale e diocesano per la ricostruzione dal sisma 2012 – sono intervenuti tra gli altri l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, il presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione Stefano Bonaccini e il responsabile unico del procedimento dell’Arcidiocesi Fabio Cristalli.
“Ora il nostro impegno è velocizzare la realizzazione della parte più complessa della ricostruzione del territorio colpito: i centri storici, anima e identità delle nostre comunità, con i loro monumenti e con le chiese ferite dalle scosse”, ha sottolineato Bonaccini. “Per le chiese occorre sottolineare il grande impegno e la professionalità profuso da tutte le sei diocesi che si sono dotate di personale qualificato per poter soddisfare gli adempimenti tecnici e formali per l’esecuzione di tutti gli interventi di propria competenza. Alle risorse già messe in campo, si aggiunge l’impegno del Cipe di destinare al territorio del Ducato Estense oltre 70 milioni di euro che potranno essere utilizzati anche per i beni ecclesiastici delle zone colpite dal terremoto”.
Per le chiese danneggiate del sisma, a oggi sono stati presentati progetti per 185 milioni di euro, pari all’80% dell’intero finanziamento: sono state assegnate risorse, a seguito dell’approvazione dei progetti, per 76 milioni di euro, pari al 41% dei progetti presentati. Fin dalle prime fasi post-sisma la Regione ha intrapreso un percorso di collaborazione con la Cei e il suo ufficio di riferimento sul territorio.
Nella fase emergenziale si è lavorato insieme individuando un primo lotto di interventi necessari a garantire la continuità di culto di tutte le comunità locali (almeno una per Comune). Successivamente la Regione ha promosso un’attività di accompagnamento e affiancamento delle stesse diocesi nell’utilizzo delle risorse assegnate.
L’Arcidiocesi di Bologna è il soggetto attuatore di tutto il cratere che ha il maggior numero di interventi inseriti nei piani attuativi, 69 per 34 milioni: di questi sono stati già presentati il 97% dei progetti per circa 33 milioni, di cui approvati 32 per circa 15 milioni.
Nel complesso, l’ammontare dei danni rilevati agli edifici pubblici o di uso pubblico è pari a un miliardo e 664 milioni di euro. Per gli 875 interventi necessari sono già disponibili risorse per un miliardo e 59 milioni di euro. Attualmente il livello di avanzamento della presentazione dei progetti inseriti nel Programma è dell’84%, quello dell’approvazione è al 48%.