Firenze – Emergenza coronavirus, Sinistra Progetto Comune lancia un piano per rafforzare con nuove risorse il sistema di sostegno economico dei cittadini. Lo fa con due parole d’ordine: da un lato, non va tutto così bene come narrato, dall’altro, serve coraggio. Il coraggio, come spiega Francesco Torrigiani, co-portavoce di Firenze Città Aperta e consigliere di quartiere 1, di prendere decisioni ora per scongiurare ricadute più gravi tra qualche tempo. Del resto, le prime parole degli esponenti della sinistra che stamattina hanno lanciato un piano d’intervento, esprimono preoccupazione, una preoccupazione generale: l’equilibrio del bilancio comunale può essere garantito solo da un intervento straordinario dello Stato. Su questo punto, l’allarme è alto: “Esprimiamo grande preoccupazione, la stima annunciata dal governo di 3,5 miliardi è assolutamente insufficiente, la necessità è di 7 miliardi. Lo ribadiamo. Ma questa situazione che riguarda tutti i comuni italiani, non può essere la giustificazione a non intervenire rispetto all’emergenza della nostra città”.
Ricadute più gravi, ovvero l’acuirsi della forbice sociale che è lo strascico velenoso del coronavirus. Una serie di segnali che, secondo i consiglieri Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Francesco Torrigiani e l’ex consigliere della Sinistra Tommaso Grassi sono già molto significativi, stanno emergendo. Ad esempio, l’insufficienza delle risorse investite su un aiuto basilare come i buonis spesa, già esauriti, ma che hanno lasciato fuori una parte significativa del bisogno, come asserisce la stessa Bundu che anticipa, appena sarà possibile, un incontro per avere delle stime sui numeri degli esclusi. Un tema delicato, quello dei buoni spesa, che acchiappa per i capelli un altro nodo complicato, ovvero quello dei paletti per l’accesso: inutile avere più soldi, se non si amplia la platea di coloro che possono beneficiarne. Che il problema sia organico e in un certo senso strutturale alla stessa logica degli aiuti comunali, lo dimostra il fatto che rischia di ripresentarsi in pieno anche nel caso dei contributi straordinari all’affitto: scarsità di risorse, platea ristretta. Con la differenza che in questo caso i paletti provengono direttamente dalla Regione.
Se questo è il contesto ( parlando di paletti, ricordiamo che, come sottolineato dalla Rete Antisfratto Fiorentina, nel caso dei buoni apesa, abbiamo già due pronunce, la prima del Tribunale di Roma, la seconda del TAR dell’Aquila, che hanno accolto i primi ricorsi presentati da due cittadini che sono stati esclusi dall’erogazione dei buoni alimentari perché non avevano il requisito della residenza), il punto dell’incontro di stamattina è stato come fare, lavorando sul bilancio del Comune di Firenze, per riuscire a mettere n campo risorse aggiuntive e proprie, ovvero non provenienti dall’esterno. A spiegarlo tecnicamente Tommaso Grassi.
La proposta, spiega Grassi, si articola su 4 obiettivi: rendere permanente per il 2020 l’erogazione dei pacchi alimentari; ripetere la distribuzione dei buoni spesa (ad oggi terminata, finiti i soldi) allargando la platea a chi è risultato escluso (il punto della modifica dei requisiti tuttavia non è stato toccato oggi); coprire ulteriori 2.200 famiglie per quanto riguarda i contributi affitti; prevedere l’istituzione di un fondo bollette/liquidità per piccoli contributi di liquidità per famiglie in assoluta emergenza (almeno 1.000 famiglie).
Se questi sono gli obiettivi, ecco dove recuperare le risorse secondo la proposta della Sinistra. Proposte suddivise, spiega sempre Grassi, “in tre capitoli: partecipate, bilancio comunale, mutui”.
Nel capitolo Partecipate, si parla sostanzialmente dei due soggetti, Toscana Energia e Publiacqua. “Per quanto riguarda Toscana Energia – spiega Grassi – ricordiamo che a Prato Consiag, su una platea di comuni serviti che equivale all’alveo fiorentino, ha erogato come donazione liberale 1 mln di euro per l’emergenza ai comuni pratesi. La nostra richiesta al Comune è quella di attivarsi per un’analoga erogazione e di destinare tali risorse ai Pacchi Alimentari”.
L’altro passo, un’anticipazione del 50% dei canoni e degli utili da Publiacqua e Toscana Energia, con la previsione di utilizzare il 17% di tale importo pari a euro 2,5 mln per i Buoni Spesa. Infine, Fondo Bollette, che potrebbe essere sostenuto per 300mila euro con l’utilizzo del fondo morosità di Publiacqua.
Nel capitolo Bilancio comunale, la proposta della Sinistra considera la riduzione delle spese comunali a causa delle chiusure dovute ai porvvedimenti di contenimento della pandemia, con la conseguente riduzione dele spese per utenze e consumi. Spese che si aggirano a “circa 27 mln complessive annue. Prevediamo un risparmio di 2 mln da destinare per il 10%, ovvero 200.000 euro, al fondo bollette”.
Terzo capitolo da cui possono provenire risorse immediate, il delicato tema dei mutui accesi dal Comune. In questo caso, visto l’emergenza, viene previsto il pagamento solo del capitale e non degli interessi. “Ad oggi – spiega Grassi – su 62 mln di restituzione mutui, circa 8.4 mln sono di interessi”. Dunque, la proposta vede una rimodulazione della restituzione dei fondi, senza sospensione pagamenti del capitale, ma col rinvio degli interessi a “dopo che arrivano somme dal Governo e tasse per coprire l’emergenza”. Insomma, si tratta di un’operazione a carattere emergenziale, che significa, è il caso di dirlo, in soldoni: utilizzare quelle somme di cassa per spesa immediata. “L’operazione – dicono gli esponenti della Sinistra – prevede un recupero, entro il 30 giugno, di almeno 3 milioni. Proponiamo di impegnare 2 mln per il contributo affitti”.
A conti fatti, 6 milioni. “Sei milioni liberati per la città. Certo, prendendosi dei rischi – conclude Torrigiani – sempre minori tuttavia rispetto a ciò che potrebbe succedere”. Insomma, meglio essere coraggiosi ora, dice la Sinistra, che dovere affrontare problemi maggiori poi.