Sindromi da stress: come domare “il coccodrillo”

Pistoia – Spesso ci sentiamo “strani”, spaesati e quel “ qualcosa che non va” raggiunge livelli insopportabili. Ma si continua, pensando di farcela, di poter superare da soli il livello di guardia, semplicemente perché non sappiamo quali “conseguenze” possa portare.
Parliamo di sindromi silenziose dello  Stress e dei danni irreversibili che ne conseguono, e gli esperti Giovanni Cozzolino, sociologo ricercatore, epigenetista, e Sabrina Ulivi, Psicoterapeuta, direttrice del Centro Clinico Ulivi a Pistoia,  spiegano di  cosa si tratta e cosa accade.

“Il coccodrillo è il re della pazienza. Sulle rive dello Zambesi, o di qualsiasi altro fiume africano, lui rimane immobile e praticamente invisibile in attesa”. Inizia così Cozzolino per entrare nel merito del tema:  “Immerso sino agli occhi, immobile, nascosto dal fango può, al massimo, sembrare un tronco d’albero marcescente. Agli animali che vanno ad abbeverarsi tale deve apparire. Una zebra non fa in tempo a rendersi conto di cosa l’ha afferrata al collo. Quattro decimi di secondo e per la zebra è la fine.”

Questo esempio può dare l’idea di ciò che accade quando sopraggiunge la sindrome irreversibile da stress. “Lo stress patogeno produce, e pone in essere, lo stesso processo destrutturante. Nel caso della sindrome di tako-tsubo  ( in giapponese “cestello per polpo”) esso ha la stessa tempestività micidiale del fulmineo attacco di un coccodrillo acquattato su una riva”,  continua  Cozzolino.

“La sindrome fu descritta per la prima volta in Giappone nel 1991 ( K Sato,H Tateshi,T. Uchida  et Al.) in seguito alla morte di alcuni  pazienti per eccesso di impegno lavorativo.  Si tratta  di un classico percorso da stress continuato nel quale il sistema simpatico rimane attivato senza soluzione di continuità per quasi tutto il periodo circadiano, tranne rare pause di calo eccitatorio o di rallentamento”, interviene Ulivi che spiega come avviene il processo: “ L’organismo è indotto, in modo quasi completamente asintomatico, a produrre  una ingente quantità di catecolammine lungo tutto l’arco delle ventiquattro ore, mantenendo uno stato di allarme – o preallarme – costante e sottoponendo il sistema nervoso, nella sua totalità, ad un super lavoro di preparazione e tensione dei muscoli scheletrici,  di quelli vaso-motori e gastro- intestinali.In questo modo viene soppressa, di fatto,  l’attività del sistema parasimpatico e quindi l’attività del nervo vago come meccanismo compensativo – inibitore dei sistemi attivatori”.

Quindi, esattamente cosa accade?

“In tali circostanze il muscolo cardiaco può subire alterazioni. Come tutti i muscoli striati, esso tende a deformarsi una volta contratto al massimo. Nel tempo il ventricolo sinistro assume la forma che ricorda quella di un cestello (tsubo) usato dai pescatori giapponesi per la pesca del polpo (tako), di qui il nome. Si tratta di una patologia raramente mortale in Europa, ma molto comune. Di fatto  mimetica, nascosta da dolori toracici, dispenee, e altri sintomi transitori. Le complicanze  della sindrome sono da ricondursi a insufficienza cardiaca, aritmia cardioventricolare, arresto cardiaco e rottura del miocardio (mortale nel 4% dei casi) Da tempo si ipotizzava, in modo vago, che la sindrome fosse legata ad una superattività del sistema simpatico accomunando cause generali a questa attività”.

Sappiamo che la ricerca è andata avanti nel settore specifico, e che il vostro Centro Clinico ha prodotto schemi certi attraverso un lavoro serio e costante, può spiegare meglio?

“Di recente gli studi di neuroscienze e di psiconeuromodulazione hanno posto l’accento sulla  radice emotigena delle cause scatenanti. Le emozioni a carattere continuativamente eccitatorio (sia di natura  positiva che negativa) inducono il processo amplificandone gli effetti. Nei casi eclatanti, come quelli relativi alla sindrome sopra esposta,  il sintomo finale appare devastante. In moltissimi casi lo stress cronico produce una varietà di anomalie – a livello neurologico, metabolico, cardiovascolare, immunitario e psicologico – in grado dì abbassare considerevolmente la qualità di vita rendendola spesso invalidante. Si può, in situazioni estreme, arrivare anche alla morte.

Studi recenti, non sempre diffusi in modo corretto, avvalorano la complessità sistemica di questo tipo di patologie che si esprime in una molteplicità di sintomi  – il più delle volte mimetici –  definiti “aspecifici”. Tali sintomi sono sempre più frequentemente riscontrabili, accompagnati, purtroppo,  da una scorretta diagnostica e da un ritardo, ormai cronico, della capacità della ricerca di far fronte con mezzi adeguati a questa insorgenza.

Sappiamo che oggi è possibile misurare il grado di Stress, e diagnosticare se quel “ qualcosa che non va” è allarmante oppure no, giusto ?

“Allo stato attuale, gruppi di studiosi in Italia sono in grado di misurare, parametrare e diagnosticare lo stress acuto e cronico in modo da prevenire   stati degenerativi sistemici. Moltissimi, purtroppo, sono ancora condotti a credere nell’opinione comune che lo stress sia qualcosa di generico, fastidioso e adattabile a qualsivoglia  inghippo della nostra quotidianità,  dalla spesa  al mercato, al semaforo rosso ad un incrocio, o alla fila alle Poste per pagare una bolletta. “ replica Cozzolino “Il fenomeno è ancora in larga misura sottostimato sia a livello scientifico, che a livello di grande divulgazione  sociale. Evitando di fare terrorismo, esso va spiegato, analizzato, affrontato come la patologia primaria della nostra epoca della quale è figlia diretta.”

Ma si può intervenire per tempo, prima di arrivare a patologie serie ? 

“Come per tutte le patologie sistemiche, lo stress cronico va prevenuto e definito più che curato. Le sindromi autoimmuni sono una delle modalità di scatenamento e colpiscono in modo trasversale tutte le classi sociali, con particolare riferimento le fasce giovanili. Questo induce, o dovrebbe indurre, a protocolli  educativo-riabilitativi  atti a mantenere in armonia i sistemi neuronali del nostro organismo e il conseguente equilibrio psico-fisico.”

In pratica, informazione, conoscenza e tanta prevenzione. Questo concetto di base richiama in causa gli stili di vita, in grado di costituire, nel complesso, una alta qualità della performance.

“Stiamo studiando molto, lavorando sodo con già dei risultati ottenuti . Continueremo, perché questo è il nostro obiettivo dei prossimi  anni. Quello di poter migliorare la vita delle persone, come giusto sia”.

 

 

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