La lettera dei sindaci sul caso giudiziario della settimana
I sindaci si occupano – purtroppo quotidianamente – attraverso la rete dei Servizi Sociali, di violenze perpetrate su minori. E’ un’attività che si svolge nel più totale riserbo proprio a tutela dei bambini: purtroppo, i casi che registriamo sono tanti. Troppi. Spesso maturati all’interno delle mura domestiche. Secondo l’Autorità per i diritti dell’Infanzia, in Italia sono 91mila i bambini in carico ai Servizi per maltrattamenti, il 4,2% per abusi sessuali. Conosciamo bene la fatica di costruire, magari attraverso la testimonianza di insegnanti e i racconti di piccoli che non si rendono conto di cosa stia loro succedendo, posizioni che “reggano” in tribunale. Pure, in molti casi con il lavoro corale di Ausl, Servizi Sociali, Tribunale dei Minori, si riescono a salvare questi bambini da contesti semplicemente orribili. Da questo punto di vista, sono importanti proprio le segnalazioni di insegnanti, conoscenti, vicini di casa: i bambini spesso non possono avere voce propria.
Non entriamo nel merito di sentenze specifiche. Vogliamo però ribadire che l’idea che un pedofilo reo confesso abbia libertà di circolare sul territorio non è accettabile in termini di sicurezza non solo della vittima, ma degli altri bambini. Come possiamo chiedere la collaborazione della comunità nell’individuare e denunciare questi soggetti, se poi – nonostante diversi mesi di attività istruttoria ed investigativa – il rischio è quello di ritrovarseli davanti alla porta di casa, nonostante tutto, magari per tutto il tempo del processo? Sarebbe cosa grave da affrontare per un adulto davanti ad altri reati, le conseguenze per un bambino rischiano di essere devastanti. E non possiamo non citare l’allarme che cresce, legittimamente, in una comunità che sa di avere per strada un soggetto di questo tipo.
Per fortuna, in molti altri casi le cose vanno diversamente. Crediamo tuttavia che tutta la società debba operare mettendo al centro la tutela dei bambini. Ogni alterazione di questa priorità rischia di danneggiare non solo un caso specifico, ma di vanificare un lavoro enorme ed essenziale, a tutela dei più piccoli. a Reggio Emilia su tutta la problematica dei minori e’ in atto uno straordinario lavoro di cooperazione interistituzionale che coinvolge i Comuni, i Servizi, Ausl, associazioni e volontariato ma sopratutto Tribunale, avvocati e professionisti. Possiamo sostenere che la cultura dell’infanzia e dei diritti dei bambini che ha reso Reggio famosa in tutto il mondo ha accompagnato il lavoro di tanti soggetti anche in questo ambito. Citiamo, tra le migliori pratiche avviate in tutta la Provincia, anche l’avanzato progetto sviluppato dalla Val d’Enza. Recentemente, la Conferenza Territoriale Sociosanitaria si è espressa indicando priorità e necessità di garantire mezzi, strumenti e finanziamenti alle strutture anche innovative operanti sul territorio, nonché alla psicoterapia per le vittime, dicendo no al “negazionismo” in questo campo.
La priorità sia la tutela dei nostri piccoli: ogni eventuale iniziativa chiarificatoria, anche del legislatore, in questo senso è necessaria e benvenuta.
Hanno firmato: Emanuele Cavallaro, Renzo Bergamini, Alessandro Santachiara, Antonio Manari, Paolo Colli, Andrea Costa, Giammaria Manghi, Roberto Angeli, Elena Carletti, Andrea Carletti, Mauro Bigi, Lucio Malavasi, Paola Casali, Alessio Mammi, Paolo Colli, Ilenia Malavasi, Fabrizio Allegretti, Giorgio Zanni, Luca Vecchi, Tiziano Borghi, Camilla Verona, Vincenzo Volpi, Fabrizio Corti, Luigi Fiocchi, Nico Giberti, Stefano Costi, Massimo Gazza, Maurizio Terzi, Andrea Tagliavini, Marcello Moretti, Enrico Bini, Tania Tellini e Giorgio Bedeschi.
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Sindaco Vecchi, viene con La Caramella Buona?
Apprezzo la presa di posizione del nostro sindaco Vecchi che, ricordo, in campagna elettorale ha visitato la sede nazionale de La Caramella Buona Onlus, lodandone l’eccellenza.
Il sindaco dice che vuole sapere dove si trova il pedofilo, libero. Colgo l’occasione, quindi, per ricordare che proprio la Onlus nata a Reggio Emilia venti anni fa, ha presentato ben due volte in Parlamento, in modo bipartisan, una proposta di legge per la prevenzione della pedofilia e dei reati in genere dei sex offender. Si tratta della tracciabilità del pedofilo e abusante: una volta che esce dal carcere (in questo tragico caso neanche è entrato), il pedofilo deve avere l’obbligo di legge di segnalare spostamenti, cambi di residenza, lavoro alle forze di polizia locali. Uno strumento in più per le forze di polizia.
Chiedo, con sincera umiltà, al Signor Sindaco Vecchi se vuole partecipare al sit-in silenzioso, senza alcun cartello e simbolo, che stiamo organizzando per giovedì 24 agosto ore 21.00 davanti il Tribunale di Reggio Emilia, per solidarietà alla piccola vittima. Ad ora, hanno aderito tanti singoli cittadini, senza sigla alcuna, operatori di polizia, avvocati, famiglie, associazioni, da tutta la provincia e anche da Modena e Ravenna.
Roberto Mirabile – Presidente fondatore de “La Caramella Buona” Onlus