Firenze – Esplode la polemica circa la decisione della Regione Toscana (ordinanza 107) di sospendere il servizio di guardia medica nottruna ai propri cittadini, facendo terminare il servizio a mezzanotte. Ed è lo Smi, ovvero il Sindacato medici italiani della Toscana ad attaccare duramente il provvedimento. L’ordinanza regionale 107/2020, si collocherebbe “nel quadro di un’illegale riorganizzazione del lavoro di questi medici in una fascia oraria h16, decisione assolutamente unica nel panorama nazionale, dopo che analogo tentativo fu bloccato quattro anni fa dalla rivolta dei medici di continuità assistenziale su iniziativa solitaria del Sindacato Medici Italiani nazionale”.
La nota diffusa dallo Smi è di Nicola Marini, segretario regionale del Smi Toscana. Il Sindacato rileva un paradosso: “Si denunciano i ‘ricoveri impropri’ nei pronti soccorso, luogo ad alto rischio di diffusione del contagio pandemico, ma intanto si elimina in Toscana la insostituibile funzione di ‘filtro’ delle guardie mediche notturne, essenziale per dare un’assistenza professionale ai cittadini, in un quadro sintomatologico simile, nei mesi invernali, a quello del Covid19, con la pretesa di sostituire una visita medica vera ,a domicilio dei cittadini, con un contatto telefonico che, oggettivamente, con tutta la buona volontà del medico che risponde, non può andare oltre l’informazione, la consolazione, la raccomandazione”.
Una posizione, quella toscana, che “mette seriamente a rischio la tenuta del Sistema 118 ,già impegnato allo stremo negli interventi d’emergenza costringendo questi medici, in primissima linea, a svolgere una funzione impropria utilizzando tempi e risorse umane mediche, infermieristiche e laiche del soccorso per una tipologia di intervento molto diversa”.
“Nessuna forzatura – questa la risposta dell’assessore regionale al diritto alla salute e alla sanità Simone Bezzini – non siamo di fronte ad una riforma della continuità assistenziale. La guardia medica al momento è operativa come sempre, con i consueti orari, anche la notte. L’ordinanza, che consente anche ai medici di medicina generale di effettuare i tamponi antigenici rapidi, nasce in un contesto di piena emergenza e si inserisce nella complessiva rimodulazione delle attività, a partire da quelle ospedaliere, tesa a liberare ulteriori risorse per fronteggiare la pandemia. In questo quadro, stiamo lavorando ad un progetto volto a garantire la massima disponibilità potenziale di personale e strutture da attivare in caso di necessità e che tenga conto delle esigenze di tutti i territori, in particolare di quelli insulari e montani, delle aree interne e marginali. A tal fine, le Asl daranno vita a percorsi di condivisione con le rappresentanze dei medici e i sindaci, tenendo conto delle specificità territoriali, al fine di poter contare su queste forze in più se lo scenario pandemico dovesse improvvisamente aggravarsi, in particolare per tamponi drive trough, alberghi sanitari e patologie simil-infuenzali e sorveglianza sanitaria dei contatti. Come abbiamo visto la curva può sempre risalire, anche per questo è necessario essere pronti, mantenere alta la guardia, rispettare le norme in vigore e i corretti comportamenti individuali”.