Siena – Si tratta della prima tranche: entro fine aprile, 600 dipendenti potranno lasciare volontariamente il loro posto di lavoro accdendo al Fondo di sostegno del reddito. A rendere nota la notizia, sono i sindacati, che ieri hanno firmato con Mps un accordo su una prima ondata di esuberi. In totale, come si legge nel piano industriale approvato a ottobre, sono previsti 2.900 esuberi entro il 2019 e 300 assunzioni, con la chiusura di 500 filiali.
Altro capitolo, quello che riguarda il contenimento delle retribuzioni del top management, per il quale, viene spiegato, “l’azienda ha espresso la volontà di incrementare la misura del contributo mensile straordinario all’istituto MPSolidale con ulteriori 10 o 15 giornate di retribuzione”. Ma su questo punto i sindacati, “considerando tale misura del tutto insufficiente, hanno richiesto al ministero Economia l’applicazione dei tetti allo stipendio dei manager”.
Un punto importante infine è la conferma, ricorda il sindacato, dell’impostazione del Piano Industriale “che esclude il ricorso ad esternalizzazioni di attività con cessione individuale del rapporto di lavoro” dicono i sindacati.
Sull’accordo di ieri interviene Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, primo sindacato del settore finanziario italiano: “Credo che adesso i lavoratori del Monte dei Paschi abbiamo dato anche troppo. È ora che anche i manager si assumano le loro responsabilità e che si torni a riconoscere ai lavoratori del Monte dei Paschi il loro insostituibile valore, dimostrato ancora una volta dallo sforzo straordinario di tutta la rete che, pur in condizioni proibitive, è riuscita a raggiungere, in pochi giorni, attraverso le conversioni dei bond subordinati, l’incredibile risultato del 50% dell’obiettivo di ricapitalizzazione. L’auspicio è che questa legittima aspettativa trovi risposta in un nuovo coraggioso piano industriale”.
Più precisamente, l’accordo sottoscritto al Monte dei Paschi prevede l’accesso volontario di 600 lavoratori al fondo esuberi di settore per un massimo di 60 mesi a partire dal 30 aprile 2017, con priorità per le domande del personale con maggior prossimità alla maturazione dei requisiti pensionistici e con inclusione del personale dirigente nelle fasce retributive più contenute. È prevista un’incentivazione aggiuntiva per le retribuzioni più basse, nonché una specifica incentivazione in caso di utilizzo dell’opzione donna da parte di un massimo di 60 lavoratrici. Vengono inoltre mantenute per il personale coinvolto le coperture assistenziali e le agevolazioni creditizie.