Firenze – E’ stato presentato stamattina alla stampa, lo sciopero nazionale generale indetto dai sindacati di base che avrà luogo venerdì 2 dicembre. A Firenze il concentramento si terrà al piazzale Montelungo, alla Fortezza da Basso, a partire dalle 9.30 della mattina.
“Il significato di questo sciopero è chiaro e non dipende solo dagli ultimi provvedimenti del governo, ma è un’iniziativa che proviene da lontano – dice Stefano Cecchi, USB – innnanzitutto vorrei chiarire il significato del luogo simbolico in cui si svolge l’appuntamento con la stampa, ovvero la sede dell’Inail di via Porte Nuove. In Italia, ogni giorno muoiono 3 persone sui luoghi di lavoro. Ci sono centiania di migliaia di infortuni sul lavoro, perciò vogliamo un intervento incentrato sulla ricostituzione dei sistemi ispettivi e una legge chiara, che punisca quei datori di lavoro che non mettono in pratica i sistemi di sciurezza sui luoghi di lavoro. Lo sciopero comprende un campo molto vasto: in primo luogo, ha l’obiettivo di contrastare le povertà crescenti, dal momento che questo è un Paese che si impoverisce sempre di più, lavoratori, pensionati i prima fila, sono ogni giorno più poveri. C’è un attacco pesante al lavoro, a partire dall’impoverimento dei salari, con l’inflazioe che viaggia al 12%, i contratti non rinnovati, le bollette che salgono in continuazione. Tutto questo va a colpire ferocemente pensionati, lavoratori e cittadini. I poveri oggi giorno non sono solo i barboni che dormono alla stazione e vanno con il cappello in mano a chiedere qualche soldo, poveri sono i lavoratori, coloro che hanno un contratto a tempo determinato involontario, coloro che prendono salari da fame. E per prima azione contro questa povertà crescente, si cancella il reddito di cittadinanza che permetteva di integrare situazioni al limite. Questo sciopero è importante, perché è necessario rilanciare un’ azione di massa, dal momento che il potere d’acquisto deve tenere il passo se non aumentare. In secondo luogo, non dimentichiamo le spese militari. Quei soldi potrebbero essere investiti in nuovo welfare. Ultima notizia di stamane, il nuovo bonus di 5.500 euro ai parlamentari per l’innovazione tecnologica: ci prendiamo in giro? Ai pensionati intanto si tagliano le rivalutazioni delle pensioni…. una volta si diceva che un nuovo mondo è possibile, ora bisogna affermare che un nuovo mondo è necessario”.
Il ventaglio delle rivendicazioni è ampio, si parte dalle privatizzazioni alla difesa della scuola e della sanità pubblica. Alessandro Nannini, Cobas, spiega: “Partiamo dai contratti nazionali che vengono firmati – dice – si stanno firmando contratti nazionali al ribasso, mentre l’inflazione avanza. A frnte di ciò, oltre a chiedere che i contratti nazionali vengano prospettati in modo equo per i lavoratori, riteniamo che l’unica difesa per il potere d’acquisto di chi lavora sia il ripristino della scala mobile, che è l’unica possibilità per lavoratori e pipensionati, di arrivare ad adeguare il costo della vita ai salari. La riduzione degli orari di lavoro a parità di salario inoltre, oltre a ricordare lo slogan degli anni ’70 “lavorare meno per lavorare tutti”, diventa sempre più una necessità, su cui altri Paesi europei stanno riflettendo, tema ripreso anche da Papa Francesco. Inoltre, finiamola con lo sperpero di soldi in opere inutili e dannose, mi riferisco anche alle ultime notizie che sembra riprendano la vecchia tematica del Ponte sullo Stretto di Messina. Queste risorse andrebbero date ai trasporti, alla Sanità, alla scuola, a tutti i servizi pubblici che servono ai cittadini”. Un vero e proprio sistema economico-sociale alternativo insomma, che, come ricorda Nannini, non riguarda solo l’attuale governo in carica, tant’è vero che l’iniziativa era già stata presa prima del governo Meloni, “che si dimostra in continuità con quello Draghi”.
In particolare per quanto riguarda il sindacalismo di base, l’atmosfera non è proprio leggera, tant’è vero che si parla esplicitamente di pressioni forti, in particolare per quanto riguarda le nuove leve del sindacato. “Abbiamo avuto casi, in tutti i sindacati di base, di lavoratori sospesi o sanzionati anche quando hanno semplicemente esternato, nel loro ruolo di delegati sindacali, le posizioni del sindacato stesso”.
Ivan Maddaluni, Cub, conclude: “Si tratta di uno sciopero generale che riguarda i diritti fondamentali, casa, studio, lavoro, ma che si rivolge anche contro i licenzimaneti di massa che anche sul nostro territorio continuano a incidere sul tessuto socio economico regionale. Non dimentichiamo anche che fra le rivendicazioni ci sono anche il recupero di dirtti fondamentali come la scala mobile e l’art.18. Un’iniziativa ad ampio raggio, che riguarda in buona sostanza il sistema produttivo odierno, basato sullo sfruttamento del lavoro. Insomma, uno sciopero che ha un significato profondo di lotta alle disuguaglianze, dal momento che da decenni vige un sistema impostato su un modello di sfruttamento che vede milioni di persone transitare verso la povertà, mentre una percentuale in cima alla piramide (si parla dell’1%) si arricchisce sempre più”.