Firenze – Presidio stasera, a Firenze. Presidio dell’Usb, per la morte data da un uomo che ha imbracciato un fucile e ha sparato mettendogli una pallottola in testa, al suo giovane (29 anni) rappresentante sindacale, Soumayla, nelle campagne di Vibo Valentia, a San Calogero. Proprio là, nel fondo dell’inferno, dove la vita dei braccianti, e in particolare quella dei lavoratori “niri”, vale molto poco. Ma Soumayla Sacko era uno che difendeva la sua gente, i lavoratori che guadagnano tre euro all’ora, era uno che non aveva paura, in una cornice dove la violenza, la sopraffazione, lo sfruttamento sono dati comuni, quotidiani. E il razzismo: quello di chi è stato convinto che le poche briciole che cadono da una “mensa” che ormai, senza le braccia dei “niri”, non marcia più, valgano la pena di non riconoscere quei giovani e quelle donne come, a loro volta, lavoratori. Sfruttati a sangue.
Intanto, caduta a poca distanza dal delitto l’ipotesi del furto, sembrerebbe delinearsi la pista della criminalità organizzata. Perché è difficile che in una cava abbandonata da 15 anni esista un proprietario che s’inquieti tanto da sparare e uccidere per qualche pezzo di lamiera con cui costruire l’ennesima baracca, nel campo di San Ferdinando dove anche Soumayla abitava. E dunque, l’ipotesi che appare in queste ore è quella di un’invasione di campo, assimilabile a uno “sgarbo” da punire subito. In modo esemplare. Anche se, dei tre ragazzi presenti sulla scena, è stato Soumayla a cadere con una pallottola in testa. Colpiti alle gambe gli altri due. Senza cellulari, a piedi, 10 chilometri fino a Rosarno. Qui, danno l’allarme. Ma per Soumayla, quando arriva l’ambulanza, è troppo tardi: spira appena giunto in ospedale.
Stasera, a Firenze, alle 20.30, dopo l’assemblea cittadina dei lavoratori dell’aeroporto che si terrà all’SMS di Peretola, si terrà anche il presidio fiorentino per il giovane sindacalista, maliano, italiano. Lavoratore sfruttato. A sangue.