Firenze – Sul tavolo di domani, domenica 19 febbraio, all’assemblea del Pd a Roma, anche il “vuoto statutario” che si apre se il segretario dovesse cessare la carica. Infatti, nello Statuto del Pd non è previsto in mano a chi passa il simbolo del partito, cui è legata la possibilità, ad esempio, di presentare le liste nelle prossime amministrative. In mancanza di regola certa, il potere ora nelle mani del segretario potrebbe passare a un “segretario protempore”, (come fu il caso di Epifani) oppure del presidente del partito (in questo momento Matteo Orfini), oppure, ancora del vice segretario. Ma, insieme alla convocazione per l’assemblea del partito di domani, è arrivata anche, per mail, la proposta di modifica dello statuto sul punto, vale a dire, nel caso di cessazione del segretario, il simbolo passerebbe al tesoriere nazionale. Nella fattispecie, come hanno scritto gli organi d’informazione, Francesco Bonifazi, tesoriere, per l’appunto, del Pd. Il che vale per blindare, da parte di Renzi e dei suoi seguaci, il simbolo consegnandolo in mano a un fedelissimo della prima ora, un vero e proprio giannizzero, prodromo anche dell’ingresso di Maria Elena Boschi nel “giglio magico”.
Se questo avviene a Roma, ecco cosa succede a Firenze. Sempre sulla questione tesoriere, infatti, si è aperta la necessità di subentro a Giancarlo Brundi, scomparso lo scorso ottobre. Il segretario cittadino Massimiliano Piccioli ha chiamato al ruolo, il consigliere comunale Fabio Giorgetti (che proviene dalla lista Nardella, poi confluita nel Pd) , che sarà affiancato, in una sorta di triumvirato, da Roberto Filipponi (renziano ) e Osvaldo Miraglia, tecnico d’esperienza, di provenienza Ds.
Il governatore toscano Enrico Rossi, “Se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire”. Così il governatore toscano e candidato alla segreteria Enrico Rossi dal palco della manifestazione della sinistra al teatro Vittoria a Roma, dove si è riunita la minoranza del Pd.