I segnali ci sono tutti e piuttosto evidenti. Adesso anche la stampa nazionale ne parla più o meno diffusamente. E le formazioni si agitano. Così come le anime del Pd, che non hanno mai trovato pace definitiva nello stesso corpo partitico.
Da Roma a Milano a Torino si stanno costituendo liste civiche cattoliche alle elezioni amministrative, in funzione anti-Renzi per frenarne, almeno sulla carta, i residui di quelle battaglie sui diritti che ancora dividerebbero le coscienze, vedi i delicati argomenti delle unioni civili e degli uteri in affitto. Le spinte “progressiste” (che sono la normalità in altri Paesi occidentali cui sempre, a parole, facciamo riferimento) del Pd renziano, così liberal sul mondo del lavoro, così radical su quello famigliare, avrebbero così risvegliato dal torpore l’ala minoritaria ma culturalmente influentissima del partito. Con una chiara data d’inizio: il convegno del 30 novembre al santuario della Madonna di Loreto alla presenza dell’ex leader Cisl Raffaele Bonanni.
Piccoli ma significativi segnali arrivano anche dalle nostre parti o semplicemente coinvolgono i reggiani; basti pensare all’attività carsica dell’attuale ministro (ed ex sindaco) Graziano Delrio, la cui leadership, gradimento “popolare” e capacità di intessere relazioni strategiche ha cominciato ad andare di pari passo col suo progressivo allontanamento dal rottamatore Renzi.
Oppure basta prendere il quotidiano della Cei “Avvenire” nell’edizione odierna, dove campeggia (a pagine 2 nella rubrica botta e risposta col direttore Marco Tarquinio) una letterona di Pierluigi Castagnetti dal titolo “Utero in affitto e adozioni gay, capovolgimento da fermare”. Aldilà dei giri di parole sulla soggettività del diritto all’adozione dal bambino alla coppia o sul concetto del corpo della donna come mezzo di produzione dei bambini, l’altolà castagnettiano (non a caso definito da Avvenire “padre nobile del Pd) sul cambiamento di paradigma culturale, non è tanto indirizzato al mondo laico e femminista. Ma direttamente all’interno del Pd di Renzi.