Dopo il calcio, riparte il carrozzone della pallacanestro. Lo fa sabato 1 ottobre a Forlì, dove al Palacredito di Romagna si disputa l’edizione 2011 della Supercoppa Italiana. Manco a dirlo in finale, per il quinto anno consecutivo, ci sarà la Montepaschi Siena di Simone Pianigiani. I cannibali della storia recente del basket italiano (cinque scudetti consecutivi, per quanto riguarda la Coppa Italia la striscia è a tre, mentre le supercoppe di fila sono, per ora, quattro) cercheranno l’ennesimo trofeo contro la Bennet Cantù. Sulla carta non dovrebbe esserci storia: Siena nel suo roster annovera campioni come McCalebb, Zisis, Andersen, Lavrinovic, Kaukenas e il capitano Shaun Stoonerook, e sinceramente non vediamo come i canturini, pur forti del loro sconfinato blasone (dodici trofei internazionali tra gli anni’70 e ’80, con la perla della doppietta nell’allora Coppa Campioni nell’81/82 e 82/83) e di calibri come gli ex trevigiani Markoishvili e Marconato o il cardinale Mazzarino, possono insidiare la supremazia senese. Supercoppa non Supercoppa, scudetto non scudetto, questa per la Mens Sana deve comunque essere la stagione dell’Eurolega. Lo squadrone toscano dopo il terzo posto nelle Final Four 2011 deve puntare forte sul massimo trofeo continentale anche quest’anno, e cercare di riportare in Italia una coppa che manca dal 1998, quando a Barcellona la Virtus Bologna, allora Kinder, sconfisse l’AEK Atene. Deve puntarci forte Siena e Pianigiani lo sa. Lo deve al basket italiano, un risarcimento per averlo ucciso nello spettacolo, ridotto da un lustro ormai a chi gioca dal secondo posto in giù.