Siena 2014, incertezze per il Monte dei Paschi

Il 2014 inizia per il Monte Paschi di Siena in un clima di grande incertezza per il suo futuro. All’indomani dell’assemblea generale che ha bocciato il calendario auspicato dal management per fine gennaio dell’aumento di capitale di 3 miliardi, nessuno è in grado di prevedere cosa potrà succedere, e cioè  se l’operazione sarà semplicemente rinviata di qualche mese, e a che costi,  o se salterà del tutto, avvicinando cosi` l’ipotesi di una nazionalizzazione della banca malvista dallo stesso Tesoro. Se la banca non fosse in grado di eseguire l’aumento di capitale entro i tempi previsti (ossia entro il primo trimestre 2015),  lo Stato si ritroverebbe infatti ‘padrone’ della banca . 

Le incognite sono attualmente troppe per poter azzardare ipotesi: al momento è impossibile dire chi sarà alla guida della banca nei prossimi mesi, l’esito dell’asset quality review che potrebbe riservare qualche sorpresa, i risultati della banca, la volatilità del mercato, il contesto politico del Paese,  per non citarne che alcune.  E poi riuscirà la Fondazione MPS, che con il suo voto di blocco ha fatto approvare all’assemblea lo slittamento dell’operazione infliggendo una sonora sconfitta al presidente Alessandro Profumo,  a trovare il modo di vendere  a breve in modo soddisfacente parte della sua quota in modo da ripagare i suoi 340 milioni di debiti e mantenere il suo ruolo nl territorio? 

Qualche indicazione potrebbe arrivare con il prossimo consiglio di amministrazione (previsto per il 15 gennaio ma che potrebbe essere anticipato di qualche giorno).  Sarà in questa occasione che si dovrebbe sapere se Profumo rimarrà ai comandi e quali conseguenze vi potrebbero essere tra banca e Fondazione, un legame che per molti è destinato ad allentarsi se non addirittura a sciogliersi. La Borsa ha intanto incassato positivamente la battuta d’arresto dell’aumento di capitale: ieri, dopo uno scivolone iniziale, le azioni hanno chiuso a + 0,87%  . Oggi hanno guadagnato un ulteriore 1,39% a 1,1754 euro.
Eppure la decisione degli azionisti di rinviare l’operazione era stata accolta con non poche perplessità dagli osservatori internazionali, che l’avevano giudicato come un’ennesima prova di come gli interessi particolari avessero avuto la meglio su quelli generali.

Intanto, per quanto riguarda la Fondazione, la prima novità, consumatasi a fine anno, è la nomina di Enrico Granata nuovo direttore generale dell'ente da parte della Deputazione Amministratrice. La nomina di Granata va a colmare il vuoto che si era creato dopo le dimissioni di Claudio Pieri, rassegnate alla fine dello scorso ottobre.

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