Firenze – Più tutele dei lavoratori, rete regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls) potenziata e un tavolo tecnico da convocare periodicamente per garantire il coordinamento delle attività.
Queste alcune delle principali azioni previste dal protocollo d’intesa sottoscritto oggi, 3 agosto, tra Regione Toscana, le organizzazioni sindacali regionali Cgil, Cisl, Uil e le tre Asl toscane (Centro, Nord Ovest, Sud Est).
Il protocollo d’intesa siglato dalle parti è finalizzato primariamente a potenziare ancora di più il progetto “Rete regionale rls”, attivo in Toscana da diversi anni, con l’obiettivo di accrescere la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza alle politiche regionali di prevenzione da infortuni e malattie professionali e quindi per il miglioramento della capacità comunicativa e la presa di coscienza dei lavoratori in modo tale che gli stessi siano in grado di partecipare attivamente alle dinamiche aziendali e acquisiscano maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri in questo ambito.
Per potenziare la Rete regionale rls il nuovo protocollo prevede di ampliare il più possibile il numero degli iscritti, con il supporto delle organizzazioni sindacali, individuando congiuntamente anche le strategie formative/informative più efficaci.
Per il raggiungimento di questi obiettivi, l’accordo prevede di: promuovere e realizzare iniziative formative, informative e di aggiornamento a sostegno del ruolo dei Rls; sostenere e favorire l’aggiornamento della pagina web dedicata sul portale della Regione Toscana; coordinare la programmazione delle attività oggetto del protocollo grazie alla nascita di un tavolo tecnico che verrà convocato periodicamente.
Il presidente della Regione Toscana si è detto soddisfatto dell’accordo che va a rafforzare la già collaudata e pluriennale collaborazione con le organizzazioni sindacali, contando sul loro massimo apporto anche nel promuovere i contenuti dell’intesa tra i propri iscritti e la loro adesione alla Rete regionale dei Rls, così come si è detto soddisfatto dell’attivazione per la prima volta di uno specifico tavolo tecnico di confronto e monitoraggio di tutte le attività che saranno condivise e realizzate.
Per Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana, la pandemia ha dimostrato ancora una volta come i Rls abbiano un ruolo decisivo nella tutela della salute di lavoratori e lavoratrici. Questa intesa, che fa perno sul fondamentale concetto della prevenzione, vuole infatti rafforzare la loro attività promuovendo percorsi di formazione e informazione, all’interno di una precisa programmazione. “Si tratta di un passo avanti nella battaglia per la sicurezza sul lavoro e monitoreremo sull’applicazione, sottolinea Angelini, che ritiene che si vada “nella direzione giusta, pur sapendo che c’è ancora molto da fare per migliorare la sicurezza sul lavoro, che deve essere una priorità per tutti e soprattutto deve essere considerata non un costo, ma un investimento. Siamo stanchi di dover fare il bollettino di morti e feriti sul lavoro, è inaccettabile”.
Per Roberto Pistonina, segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, “la sicurezza è una questione di carattere culturale, oltre che di applicazione corretta delle norme. Questo protocollo mette in parallelo la responsabilità di chi sui posti di lavoro e sul territorio deve porre in atto la sicurezza: in questo senso è importante l’impegno della Regione a fornire strumenti di supporto per formazione, informazione, divulgazione e confronto, affinché questa sinergia produca il maggior effetto possibile contro una piaga gravissima, che è quella degli infortuni e delle morti sul lavoro”.
“Il protocollo è un passo importante per promuovere la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in Toscana – aggiunge Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana -. Potenziare la rete dei rls in Toscana con l’istituzione di tavoli permanenti dove condividere idee e conoscenze tra tutti gli attori in gioco è un tassello fondamentale. E’, infatti, necessario il coinvolgimento di tutti – sindacati, parti datoriali, istituzioni – perché nessuno può chiamarsi fuori quando si tratta di alzare il livello della sicurezza del mondo del lavoro. Un’azione concreta che, naturalmente, ci vedrà in prima linea per dare impulso alla prevenzione e alla promozione della cultura della sicurezza”, conclude Fantappiè.