Il Consiglio comunale dà il via libera, pur tra accese polemiche, alla delibera con le modifiche al Regolamento della Tari, con il relativo piano finanziario e le tariffe del tributo. Il documento sulla tassa dei rifiuti – che aumenterà nel 2018 tra il 2,7% e il 2,9% circa per le famiglie e del 2,2% circa per le utenze non domestiche – passa con i 19 voti favorevoli, quelli dei consiglieri del Partito Democratico e di Mdp. Compatto il voto contrario dell’opposizione. Due gli astenuti (Saccardi del Pd e Lusenti di Sinistra italiana).
A far discutere – e parecchio – gli aumenti della tariffa. L’assessore al Bilancio Daniele Marchi evidenzia che “l’aumento dei costi rispetto al 2017, determinato principalmente dall’attivazione di nuovi servizi e per conguagli derivanti dagli anni precedenti, è stato ridotto, come effetto sulle tariffe, grazie all’incremento degli incentivi erogati da Atersir al contributo di sussidiarietà, nonché per un importante lavoro di recupero di evasione. Ciò ha permesso di limitare l’incremento del livello tariffario”. E ancora: “Tale incremento, che è inferiore di oltre un punto percentuale rispetto all’aumento dei costi medi a livello provinciale, si traduce ad esempio per una famiglia con un singolo componente in un aumento tra i 4-7 euro l’anno e in un aumento di 11,2 euro l’anno per una famiglia di quattro componenti”.
Questo è determinato – conclude l’assessore Marchi – “dalla quantità di rifiuti che attualmente vengono conferiti a Parma per l’incenerimento, dalla fase di sviluppo del servizio di raccolta porta a porta che nel 2018 raggiungerà il centro storico e dalla prevista tariffazione puntuale, che sarà una vera svolta, grazie alla quale si avrà una riduzione dei rifiuti da destinare a smaltimento. Proprio questa novità, determinando una riduzione dei rifiuti da destinare a smaltimento, consentirà in prospettiva la riduzione della tariffa, come i primi dati disponibili e le proiezioni ci confermano. In questa fase fronteggiamo un cosiddetto costo di start up, che verrà riassorbito progressivamente”. Spiegazione che all’opposizione non basta. “La giunta Vecchi – attacca Cinzia Rubertelli di Alleanza Civica – ha presentato la delibera della Tari con un aumento del costo del servizio Iren di oltre 15%.
Una delibera presentata in rincorsa, non condivisa, un iter tutt’altro che trasparente. Sono 4,7 milioni di euro in più per la gestione servizio Iren 2018, piano presentato in tutta fretta dall’assessore Marchi e sostenuto dai consiglieri Pd e Mdp”. Per la consigliera civica è “il solito modus operandi, la trasparenza è solo uno slogan. I costi del servizio hanno avuto il seguente trend: 31,4 milioni nel 2014; 32,3 milioni nel 2015; 32,5 milioni nel 2016; 31,4 milioni nel 2017 e 36,1 nel 2018”. All’attacco anche il Movimento 5 Stelle: “Invotabile la delibera Tari che anche quest’anno salassa i cittadini con il consueto aumento. Cari cittadini – scrive la capogruppo Alessandra Guatteri – sappiate che il M5S ha votato contro questa delibera anche a vostra tutela, in quanto non ci è stata data la possibilità di capire le dinamiche delle cifre che ci verranno addebitate. La trasparenza fa paura al Pd”.