Si scrive Civati, si legge Casini. Il dilemma di una (certa) sinistra che si crede comunista, fa votare democristiano e rischia di far vincere la destra

L’involuzione finale e paradossale della sinistra italiana causata da un mix di fattori (in primis l’insolito gemellaggio e l’abominevole Rosatellum). Il pasionario Pippo tra l’altro sarà coprotagonista (assieme a Max Collini) dello spettacolo “Rotolando (verso destra)” in cui il duetto si domanda le cause della presunta “deriva” italiota. Ve lo spieghiamo noi: perché a differenza delle altre democrazie occidentali evolute e progressiste, socialdemocratiche e liberali, in Italia allignano ancora eredi e nostalgici del comunismo (il grosso dei quali risiede stabilmente a Reggio Emilia). Che scrivono sui social, oltre ogni buon senso e comprensione della realtà, “Zelensky fascista”, “Usa e GB regimi autoritari” e “Israele Stato dell’apartheid”. Ecco ad esempio (il caso Raffaele La Regina docet) uno dei motivi per cui, secondo i sondaggi, il trio Meloni-Berlusconi-Salvini rischia di fare il pieno

“Io sono l’antidoto a Casini”. Pippo Civati ci scherza su. Commenta così, interpellato dall’Ansa, la strana situazione che porterà i suoi voti – cioè quelli della lista Europa verde-Sinistra italiana – a confluire nella candidatura di Pier Ferdinando Casini. Un “gemellaggio” causato da due fattori: da un lato la scelta di Enrico Letta (travolto dalle polemiche del Pd locale) di ricandidare all’uninominale per il Senato, in un seggio blindato, l’ex Udc (parlamentare da 40 anni, all’undicesimo mandato) nella circoscrizione bolognese; dall’altro il Rosatellum che non prevede un voto disgiunto per proporzionale e maggioritario.

Per la legge elettorale, così, i voti espressi per una delle liste in coalizione va, automaticamente, al candidato (unico) che corre con il sistema maggioritario. Quindi anche i voti per Civati finiscono a Casini, essendo quest’ultimo il candidato della coalizione composta da Pd, +Europa, Verdi-Sinistra italiana e Impegno civico di Di Maio e Tabacci, in una delle città simbolo della sinistra. L’accordo tra Possibile, il partito fondato da Civati e guidato da Beatrice Brignone, e Verdi-Sinistra, ha determinato la candidatura di Brignone come capolista nella prima circoscrizione (da Piacenza a Modena) e di Civati nella seconda (da Bologna a Rimini). “L’Emilia-Romagna – commenta Civati – è un bel posto dove fare campagna elettorale. Indipendentemente da chi sarà eletto, l’importante sarà dare rappresentanza a un’area politica“.

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