Si è spento il professor Mario Mazzaperlini

Autore di saggi e libri, si è spento a 84 anni. Se ne va un pezzo della storia della città
Il professor Mazzaperlini (a destra)

Si è spento sabato sera al Santa Maria Nuova, dove era ricoverato da alcuni giorni, il professor Mario Mazzaperlini, esponente di spicco della cultura cittadina, autore di saggi e libri sulla storia e le tradizioni della nostra terra. Aveva 84 anni.

Il ricordo di Gianluca Guidetti, per un decennio direttore della Strenna del Pio Istituto Artigianelli di cui il professore è stato a lungo consigliere.

Stringeva il cuore vederlo – negli ultimi mesi di vita “pubblica” – confuso e disorientato, accompagnato dalla figlia Isa, muoversi a disagio nel quartiere dove aveva vissuto da sempre. Faceva tenerezza quando confondeva Isa con la moglie Angela, scomparsa da poco più di anno, e chiamarla Angelina con quella delicatezza d’animo con la quale solo lui sapeva pronunciarne il nome.  Già da qualche tempo, dopo l’aggravarsi delle condizioni di salute della moglie, lo ascoltavamo ripetere sempre le stesse quattro o cinque cose, ma …  andava bene così.  Poi sempre più confuso, fragile, disorientato, ma accompagnato, con un’umanità rara e una sensibilità speciale, dal personale della Casa di Cura Le Esperidi.

Poi una “botta” più grave e,  questa sera, la morte.

Lui, che aveva scalato tutti i gradini della vita con dignità e dedizione fino alla docenza universitaria, conservava intatta un’anima direi umile; si approcciava sempre alle persone premettendo la parola “scusi”; lui, autore di decine e decine di pubblicazioni, fra i più stimati esperti di pedagogia, storia, tradizioni e dialetto reggiano, lo vedevi donare una moneta e ringraziare sottovoce l’elemosinante che gli dava l’opportunità di fare la carità.

Lui che – come tutti gli anziani – amava ritornare sulle cose del passato: il padre fornaio e violinista dilettante; la madre che – dal Gattaglio ove nacque – lo portò a battezzare alla cappella del cimitero suburbano perché il tempo inclemente non consentiva un “viaggio” fino in Sant’Agostino.

Lui che rinunciò senza dolersene alle numerose cariche che da più parti gli venivano offerte solo ed esclusivamente per proteggere e non lasciare sola la moglie.  Si sacrificarono solo per la docenza universitaria a Genova, alla quale subentrò non appena possibile quella più agevole di Parma.

Lui che non sprecò un attimo del suo tempo studiando e scrivendo quasi a getto continuo.  Le scuole dell’Infanzia di Reggio e l’Istituto Artigianelli gli devono la loro stessa memoria. Il monumentale “As fà per mòd ed dir», alla cui compilazione dedicò più di un lustro, è la Bibbia indiscussa (e più saccheggiata) delle locuzioni reggiane e della provincia. Riprese in maniera continuativa la pubblicazione della Strenna del Pio Istitituto Artigianelli, la più antica pubblicazione di storia e tradizioni locali della provincia tuttora in vita. Con l’editore Bizzocchi diede alle stampe decine di pubblicazioni sulla sua Reggio, sui suoi personaggi e su tutti gli aspetti della vita del “tempo che fu”.

Lui che si illuminava solo per Federico, Beatrice e Riccardo, tre nipoti veramente speciali che lo hanno amato – con Isa e Walter – di un amore altrettanto speciale e lo hanno accompagnato fino all’ultimo respiro.

Lui, tutto d’un pezzo, a volte forse troppo rigido,  che era diventato fragile come un vetro soffiato e bisognoso di cure più di un bambino.

Lui che a Dio, Madonna Santi ci credeva davvero.

Lui che quindi è ora  con Angelina, finalmente.

Noi, che abbiamo meno certezze, diciamo soltanto «Addio prof»

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