Non migliora la situazione siccità sul bacino del Po. La prima metà di settembre, spiega l’Autorità distrettuale del fiume, non ha portato novità rilevanti sul fronte climatico e lo stress idrico diffuso perdura senza inversioni decise di tendenza.
Dall’inizio del mese le precipitazioni sono state infatti quasi del tutto inesistenti o comunque non significative visti i livelli registrati, “drasticamente scarsi o addirittura nulli”: in media, nell’area considerata, è caduta un solo millilitro di acqua. Se si considera la pioggia complessiva dal primo marzo al 2 settembre 2021 si tratta dei mesi più aridi dal 1961, in Emilia-Romagna.
Anche gran parte della Lombardia è in condizioni di progressivo peggioramento, dove le piogge di luglio e serbatoi colmi già da inizio stagione hanno garantito un “estate sostanzialmente tranquilla” sia alle colture tipiche locali che agli habitat naturali del territorio. L’area a sud del Po invece, in costante sofferenza per tutto il periodo estivo, con zone di forte criticità a macchia di leopardo, ha ulteriormente patito le alte temperature registrate nell’ultimo mese e la pressoché totale assenza di precipitazioni significative ormai assenti da più di due mesi. Le zone che ad oggi manifestano criticità più marcata sono Piemonte meridionale, Emilia-Romagna e Alto Marchigiano.
Le portate del fiume si mantengono invece costanti ma comunque sotto la media a Pontelagoscuro che, in queste ultimissime ore, risulta pari a 760 m3/s (- 30% sulle medie). Se il trend fosse confermato anche per il resto dei giorni del mese, quindi con assenza di ulteriori piogge consistenti, per l’Autorità sarà uno dei settembre più secchi di sempre, tuttavia la forte variabilità del mese fa sperare in un aumento delle precipitazioni a lungo termine.
(ANSA)