Quattordici mesi di manifestazioni, presidio e lotte: tutto verrà messo sul tavolo oggi, alle 14, per decidere il futuro della Shelbox e dei suoi lavoratori. L'azienda costruisce case mobili e dà lavoro a 147 dipendenti. A Palazzo Medici Riccardi avverrà l'incontro fra la curatela, le istituzioni e il sindacato e la decisione che ne scaturirà sarà tranchant: o accordo, o via alle lettere di licenziamento per 129 lavoratori, a partire da giovedì prossimo. Argomento principe del tavolo di confronto, la liberatoria che il giudice fallimentare vorrebbe far firmare ai dipendenti e che prevede, nel caso in cui il Ministero negasse la proroga della cassa integrazione straordinaria, la restituzione da parte dei lavoratori dei soldi percepiti in anticipo, con la conseguenza di perdere parte della mobilità.
In contemporanea è scattata l'asta per l’azienda per un valore di 18 milioni di euro, mentre su un altro fronte prosegue il piano dell’ingegnere Marco Di Lauro interessato ad affittare un ramo d’azienda per realizzare prefabbricati da inviare in Sudamerica, più precisamente a Buenos Aires. Nel disegno dell'imprenditore troverebbero posto un massimo di 80 lavoratori in cassa in integrazione.
Per quanto riguarda la Cgil, per il sindacato i requisti per prolungare la cassa integrazione straordinaria ci sono, mentre la metà dei 147 dipendenti iniziali usufruisce dell’ammortizzatore sociale (48 sono temporaneamente distaccati e altri 19 sono andati in pensione o si sono licenziati). Prosegue anche l'attività del curatore fallimentare, che intanto manda avanti il piano per verificare ulteriori manifestazioni d’interesse: un avviso trascritto anche in cinese è stato pubblicato su un sito internet specializzato. La scadenza per la domanda è fissata al 31 marzo.
Infine, la valutazione che riguarda l'azienda è stata indicata dall’ingegner Vincenzo Giuliano e dall’architetto Alessandra Rinaldi, incaricati dal giudice delegato del Tribunale di Firenze sezione fallimentare, Silvia Governatori. Dieci ettari tra capannoni, locali, servizi, uffici e siti per la movimentazione e stoccaggio dei materiali. Una parte degli immobili sono di proprietà della Fin-Eco Leasing Spa, in uso alla Shelbox per mezzo di contratti di locazione finanziaria. Fra i tanti punti richiesti a titolo di requisiti, in caso di offerte dalle stesso valore economico vincerà chi garantirà i più alti livelli occupazionali