Firenze – Nuvoloni temporaleschi si addensano non solo sul cielo di Firenze, ma anche sulle occupazioni cittadine, circa una decina per un migliaio di donne, uomini, bambini. Lo fanno presagire, come dice il Movimento di Lotta per la Casa di Firenze per bocca del portavoce Luca Toscano, le vicende romane, e anche la posizione del ministro Minniti, con la sospensione degli sgomberi fino a quando non si siano trovate, per le famiglie occupanti, soluzioni alternative. Un passo interessante, dice infatti Toscano, ma il vero timore o forse la quasi certezza è che, come al solito, si tratti di soluzioni alternative di accoglienza breve e transitoria, un sistema che non solo si è rivelato fallimentare (le vicende odierne e l’impennarsi del problema dell’emergenza abitativa ne sono le prove concrete), ma che, attraverso “progetti” e “percorsi”, non ha fatto altro, per ora, che pompare soldi nel circuito delle cooperative, che tengono saldamente in mano il settore. Con punte di aberrazione che ognuno ormai conosce.
I “nuvoloni” che si addensano sulle occupazioni fiorentine, sono senz’altro state espresse anche dalla linea Nardella, vale a dire, come ricorda Toscano “il sindaco sgombera tutto”.
“La riflessione che proponiamo al sindaco è in prima battuta di semplice buonsenso – dice Toscano – lo sgombero è una risposta violenta di ordine pubblico che ha come unica soluzione quella di mettere in strada famiglie e persone, rifugiati e italiani che siano. Questa gente, non avendo alternative non può fare altro, visto che non è possibile vivere sotto i ponti o sui marciapiedi, rioccupare, in mancanza di soluzioni reali. Un gioco dell’oca di cui sono stanchi, per primi, proprio gli occupanti, stanchi, ripeto, di essere cacciati da un posto all’altro senza trovare requie. dunque, annunciamo alle istituzioni cittadine, dal momento che non si vuole affrontare davvero il problema, i prossimi sgomberi vedranno gli occupanti accamparsi nelle piazze cittadine, sotto le finestre di Palazzo Vecchio, affinché si tocchi con mano che si tratta di persone, non di pacchi, o di semplici ingombri da ignorare voltandosi dall’altra parte”.
Questo in prima battuta. In seconda battuta, last but not least, il punto, secondo il Movimento di Lotta per la Casa, si pone sulla vera natura dell’emergenza. “Non si tratta di un problema legato ai migranti – spiega Toscano – il vero problema è legato alla povertà crescente, straniera o italiana che sia, e alla mancanza di una vera politica abitativa. Più semplicemente: mancano le case popolari. Chi occupa non ha soldi per trovare un’altra soluzione abitativa. Il problema è l’assenza della politica. Servono case popolari. E’ questa la vera soluzione, quella radicale che sconfigge le occupazioni sul nascere. Se la soluzione proposta fosse reale, ovvero un’abitazione, non servirebbe la polizia per gli sgomberi. Se per far accettare la cosiddetta “soluzione alternativa” servono centinaia di agenti in assetto antisommossa, forse la soluzione alternativa non è propriamente alternativa”.
La ricetta? Eccola, secondo il Movimento: una politica di controllo dei canoni, con affitti proporzionali al reddito delle famiglie; requisizione degli stabili di banche e altri istituti consimili per creare alloggi popolari; una politica netta circa gli alloggi vuoti in città. Quanto a quest’ultimo punto, sostiene Toscano, la presenza di alloggi sfitti, vuoti e lasciati deserti in città coprirebbe e sopravanzerebbe la richiesta di case.
Sul punto, ricordiamo la proposta dell’ex-assessore regionale alla casa Salvatore Allocca, che aveva lanciato l’idea di porre sugli alloggi sfitti una tassa, anche di proporzioni minime, per, in qualche modo, ricreare un fondo dedicato alla costruzione di Edilizia Residenziale Pubblica. Infatti, fra i problemi che affliggono il settore, uno molto importante è stato, con l’esaurimento dei fondi Gescal, la non sostituzione di un’altra fonte di gettito finalizzata allo scopo “case popolari”. Il che ha lasciato scoperto un settore vitale e foriero da sempre di tensioni sociali.
Fra le questioni cittadine più dibattute, l’occupazione forse più nota è quella dei somali, in via Silvio Spaventa, in “casa” dei Gesuiti. Infatti, dalle varie voci raccolte, non è ormai un mistero che sulla questione si stia elaborando una proposta di soluzione alternativa, a margine della opzione, sempre aperta, di uno sgombero. “Ancora non abbiamo avuto nessuna proposta – dice Toscano – non abbiamo visto proprio niente. Quando verrà presentata al gruppo degli occupanti in primis, valuteremo con loro. Possiamo da parte nostra dire che ogni tentativo di soluzioni provvisorie e differenziate, per alcuni magari un periodo alloggiativo contingentato e per altri niente o meno, non corrispondono alla nostra idea di soluzione alternativa”.