Prato – Se qualcuno aspettava che le istituzioni intervenissero, ebbene, stamattina una risposta, ai lavoratori della Texprint che, dopo 230 giorni di lotta senza nessun risultato, si erano spostati in piazza del Comune a Prato per mettere in atto uno sciopero della fame, è giunta. La risposta è stata lo sgombero del piccolo presidio che stava attuando la protesta, con alcuni fermi in questura e, notizia di questi minuti, anche un arresto. Allo sciopero della fame per portare sotto i riflettori un caso diventato davvero unico, ovvero la denuncia dei lavoratori che continuano a lavorare 12 ore per sette giorni alla settimana senza malattia o ferie, avevano aderito dieci operai più i due rappresentanti sindacali di SiCobas che stanno sostenendo questa lotta sin dall’inizio, ovvero Luca Toscano e Sarah Caudiero. Della questione si era interessata anche la Regione, nei mesi scorsi, ma tutto si era concluso con un nulla di fatto. Così, dopo 230 giorni di mobilitazione, nel corso dei quali si erano verificati anche vari episodi intimidatori verso gli operai in sciopero e presidio ai cancelli della fabbrica, era scattata la determinazione di attuare uno sciopero della fame per riportare la vicenda sotto i riflettori. Ma in tutta risposta, ad ora, sono arrivati solo gli agenti.
Gli operai denunciano scene di violenza, con persone trascinate e colpite. Dopo tre giorni di sciopero della fame, lo sgombero. “Quello che è successo stamattina è di una gravità incredibile – dice Luca Toscano – il mandante politico è chiaro, è il sindaco Matteo Biffoni, che ieri ha dichiarato che quello della Texprint è un problema di ordine pubblico. Ma non si rivolgeva allo sfruttamento dei lavoratori, ma al presidio con cui i lavoratori stanno raccontando come si lavora in questa città. Uno dei lavoratori è in stato di arresto, con l’accusa di resistenza. Eppure la scelta della modalità di lotta è la più pacifica del mondo, ovvero lo sciopero della fame. Il problema allora in questa città non è il Macrolotto 1, dove le condizioni di lavoro rendono quella zona un pezzo di Bangladesh o di Pakistan, ma c’è un problema di diritti umani”.
Inoltre, spiega Toscano, ieri la Regione si era messa in contatto con il presidio, aprendo all’ipotesi di un tavolo. “Ora – dice Toscano – qualcuno dovrà dissociarsi, o perlomeno intervenire”. Insomma, due binari, a quanto sembra, quelli tenuti dalle istituzioni nei confronti di una protesta che in sintesi, è “solo” una lotta sindacale fra le più classiche, ovvero l’applicazione delle regole del contratto nazionale di categoriaa un gruppo di operai che denunciano lo sfruttamento del lavoro.
Sulla questione, intervengono con un post sulla loro pagina Fb Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze gli operai della Gkn: “Giunge ora la notizia dello sgombero del presidio Texprint in centro a Prato. E da quel che riusciamo a capire ci sono dei fermi in questura. Ma veramente credete di poter fermare così questa vertenza? Veramente insistete ad attaccare lavoratori che chiedono banalmente il rispetto del contratto nazionale? I lavoratori Texprint erano qua proprio ieri sera a spiegarci la loro situazione. Consideriamo un attacco a loro come un attacco a tutti noi”.
La risposta del comune di Prato non si fa attendere, affidata a una nota di Simone Mangani, assessore alla cittadinanza: “Il Comune di Prato da mesi sta sostenendo i lavoratori, attesi anche per lunedì prossimo presso lo sportello anti-sfruttamento. Il Comune lavora con concretezza, inserendo i lavoratori che lo vogliono in un percorso di regolarizzazione e tutela contro lo sfruttamento lavorativo che denunciano. Un lavoro interistituzionale complesso, portato avanti da anni per tutti, compresi i lavoratori della Texprint. Questo è quello che facciamo, per i lavoratori la porta è sempre stata aperta. Forme di protesta contro ogni regola sono solo un danno per i lavoratori”. La rete di contrasto allo sfruttamento vede coinvolte tutte le istituzioni del territorio, dal Comune alla Procura: “Occupare abusivamente una piazza della città, contro le istituzioni che ogni giorno lavorano per contrastare lo sfruttamento lavorativo è una contraddizione insanabile per chi dice di voler tutelare i lavoratori. La lotta allo sfruttamento lavorativo si fa con le istituzioni, non contro”, chiosa Mangani.
La questione tuttavia si sta trascinando da 230 lunghissimi giorni. Così, lo sgombero di stamane suscita una serie di forti reazioni da parte delle forze politiche della sinistra. Potere al popolo di Firenze affida a una notail suo intervento, parlando di “complicità istituzionale con l’azienda” a cui “i lavoratori hanno opposto uno sciopero della fame e un presidio pacifico. La risposta sono stati manganelli e una decina di fermi violenti. Pd, questura e prefettura di prato, siete dalla parte sbagliata della storia e prima o poi ve ne accorgerete”. Il Pci sottoliena:”Quello che stanno subendo da mesi i lavoratori della Texprint, nella totale indifferenza delle istituzioni locali, é inaccettabile e dimostra chiaramente quanto il sistema sia ostile ai lavoratori che lottano per difendere i propri diritti. Oggi più che mai è necessario capire che bisogna unificare le lotte come giustamente richiesto dal collettivo di fabbrica dei lavoratori Gkn. I padroni e chi si sottomette loro utilizzeranno la divisione e la paura per attaccare con brutale veemenza il mondo del lavoro”. Dal Pci un appello “a tutta la sinistra di classe, a chi difende realmente la nostra Costituzione, affinché avvenimenti come quello in atto contro i lavoratori Texprint, cessino immediatamente. Facciamo appello ai sindacati perché è necessaria una mobilitazione generale e rispondere con decisione, fermezza e unità a tutto questo”. Il Partito della Rifondazione Comunista della Toscana, commentando l’arresto di uno degli operai, sottolinea che “siamo alla repressione più brutale, il sindaco si dimetta e si ritirino le accuse ai lavoratori”.
Sulla questione e in generale sulle durissime sfide del mondo del lavoro in Toscana in questi ultimi tempi, interviene Maurizio Brotini, segretario Cgil Toscana: “Rispetto a quel che sta accadendo in Toscana nel mondo del lavoro – scrive in un post sulla sua pagina Fb – non posso che ribadire che bisogna stare con i lavoratori e le lavoratrici in carne ed ossa, soprattutto quando lottano per loro e per tutti. La centralità del lavoro passa da qua.Pensare che il conflitto sociale – pur aspro che sia – sia una cosa riconducibile all’ordine pubblico è cosa politicamente e filologicamente reazionaria.Il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici è ben più grande delle pur grandi organizzazioni sindacali.E rispetto alle contraddizioni che ogni movimento – pur anche quelli rivoluzionari in tempi ben più gloriosi – ha nel proprio grembo, mi piace suggerire se non consigliare un approccio alla Nelson Mandela:”Credili migliori, e saranno migliori”.”.
Durissima la nota del sindacato Usb: “Questa mattina il presidio dei lavoratori Texprint in Piazza del Comune a Prato, che erano in sciopero della fame, per rivendicare il diritto a condizioni di lavoro umane, e che da mesi sono in lotta, è stato violentemente sgomberato dalle Forze dell’Ordine – si legge – lavoratori che cercavano di aprire un interlocuzione con le istituzioni, da queste hanno avuto la risposta. Ancora una volta il Comune di Prato nella persona del Sindaco Biffoni, che ha sempre rifiutato di interloquire con i lavoratori che lottano contro lo sfruttamento e per la legalità, ha dato prova di preferire lo scontro. E’ inaccettabile che in un paese democratico la Istituzioni si schierino contro chi lotta per la legalità e per il rispetto dei diritti, fiancheggiando di fatto quelle aziende che applicano metodi schiavisti nei rapporti di lavoro. Occorre battere e batterci contro ogni forma di caporalato, sfruttamento e precarietà, perché quando toccano uno toccano tutti. Come USB Firenze esprimiamo la totale e completa solidarietà ai lavoratori e ai compagni del SI Cobas e chiediamo l’immediata liberazione del lavoratore arrestato”.