Firenze – Una novità sulla vicenda di Nezha, la donna di origine marocchina che è stata sfrattata con tutta la famiglia dalle case popolari ieri (sfratto preannunciato da tempo) e che ha sollevato un moto di solidarietà soprattutto femminile nei blocchi vicini al suo, arriva circa mezz’ora fa: la donna ha accettato un incontro presso i servizi sociali che si terrà domani mattina, venerdì 10 giugno. Un incontro che potrebbe essere solo un confronto in presenza, in quanto sembra che la proposta dei servizi non cambi ovvero, la donna con le bambine minori in struttura, mentre gli altri tre figli maggiorenni, di cui una figlia con bambina di due anni, “smistati” presso varie altre strutture. Proprio ciò che il nucleo ha sempre respinto, dal momento che il punto “non trattabile”. sembrerebbe essere la richiesta di restare tutti insieme. Sul piatto, anche la proposta di un membro della comunità di pagare la morosità di cui la famiglia è portatrice, ma sembra che l’offerta non sia stata presa in considerazione. Intanto da Palazzo Vecchio avevano fatto sapere che, “all’esito di un percorso durato anni per morosità e per reiterate e gravi violazioni al regolamento, che hanno avuto ricadute anche sulla vita all’interno del fabbricato e portato a numerose segnalazioni, è stato eseguito il provvedimento convalidato di sfratto. Il caso è all’attenzione di diverse istituzioni. Il Comune in particolare ha offerto e sta offrendo soluzioni di accoglienza alla famiglia, che non è lasciata sola”.
Presente sin dalla serata di ieri e per tutta la notte, il consigliere di Spc Dmitrij Palagi, che circa la dichiarazione dell’assessore commenta: “Leggiamo con stupore le affermazioni dell’Assessora. Noi siamo sul posto da ieri. Cerchiamo di non essere l’unica presenza fisica del Comune, parlando costantemente con forze dell’ordine, persone giunte in solidarietà e Movimento. Vorremmo cercare una soluzione, ovviamente sul piano politico, senza sostituirci ai servizi sociali, ma è stato faticoso per molte ore, e per tutta la notte”.