Firenze – Sindacati preoccupati: il proprietario di un immobile che domani vedrà un accesso della forza pubblica per uno sfratto nei confronti di una madre, di un bimbo disabile e della nonna, potrebbe chiamare un medico di parte per certificare la disabilità del minore. Disabilità, d’altro canto, già certificata dalla commissione medica di accertamento dell’handicap del centro medico legale dell’Inps. “E’ la prima volta che ci troviamo di fronte a questa eventualità – dicono da Asia-Usb – la situazione è senz’altro paradossale: qui non è tanto la certificazione dell’handicap, ma di fatto il medico si troverebbe a certificare l’Inps. Ecco, crediamo che questo non sia accettabile”.
La questione, se davvero domani ci sarà un medico di parte che esaminerà il bambino non credendo, di fatto, alla certificazione dell’apposita commissione dell’handicap, sarà quella di mettere in dubbio la credibilità dell’Inps stessa. Dunque, come aggiunge con preoccupazione evidente il sindacato, “le certificazioni sanitarie pubbliche non varrebbero più”. O perlomeno, potrebbero essere messe in discussione ogniqualvolta ci si trovi di fronte a uno sfratto “difficile”. Tanto più che, nel caso specifico, il bimbo ha un insegnante di sostegno a scuola e la madre utilizza la legge 104 (vale a dire, può assentarsi dal lavoro per ragioni legate alla salute del bambino).
Concludono da Asia-Usb: “Oltre a rigettare completamente questo principio, che le certificazioni dell’Inps debbano essere “ricertificate” da un medico della parte privata per essere valide, vogliamo anche sottolineare che ci aspettiamo che il Comune non dia come unica soluzione per la famiglia quella di dividere il nucleo famigliare, che, lo ribadiamo, è composta dalla madre, un bimbo con i problemi cui abbiamo accennato e l’anziana nonna”.