Seves e Ginori, due eccellenze del made in Italy e della manifattura fiorentina, mostrano alla gente il frutto del loro lavoro mentre si vive nell’incertezza sul futuro. L’ultimo appello delle due storiche aziende in cerca di acquirente è stato lanciato stamattina in Piazza Duomo, con una dimostrazione pubblica delle produzioni e delle lavorazioni in vetroceramica (Seves) e porcellana (Ginori). Un’iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’unicità e la qualità di queste pregiate lavorazioni che rischiano di scomparire per sempre, insieme alle professionalità che le hanno rese così uniche e pregiate. Un appello lanciato alla città, ai passanti incuriositi che si sono soffermati a lungo ad ammirare l’arte di decorare un piatto o di creare preziose composizioni floreali in porcellana, ai turisti che hanno fotografato i mattoni in vetro (che l’architetto Renzo Piano ha voluto per due palazzi costruiti in Giappone) e le mattonelle fotovoltaiche, ai rappresentanti delle istituzioni locali che hanno testimoniato con la loro presenza solidarietà ai lavoratori, dal Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci all’assessore comunale Stefania Saccardi, dall’assessore provinciale Elisa Simoni all’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini al Sindaco di Sesto fiorentino Gianni Gianassi.
«Per quanto riguarda la Richard Ginori di Sesto aspettiamo l’esito dell’asta pubblica della settimana prossima, che si chiuderà entro marzo e alla quale si pensa si ripresenteranno gli stessi che avevano partecipato alla prima gara di liquidazione, ovvero Sambonet e Lenox-Apolum – ha spiegato il segretario della Cgil Firenze, Mauro Fuso – Per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali, la prima gara aveva già dimostrato che sui circa 300 posti di lavoro potranno salvarsene al massimo 255, un sacrificio di non poco conto per cui non vorremmo che si andasse al di sotto di quella soglia». «Resta comunque una grande apprensione – chiarisce Bernardo Marasco, segretario generale della Filtem fiorentina – Dobbiamo vigilare affinché ci sia una proposta industriale seria in grado di rilanciare una fabbrica e un prodotto eccezionali e non l’ennesima speculazione. Non possiamo permetterci che si ripetano situazioni poco trasparenti come quelle che stanno emergendo in questi giorni sulla passata gestione di Ginori».
Su Seves si aspetta invece l’esito del prossimo tavolo tra sindacati, Regione, Provincia e Comune fissato per il prossimo 27, per fare il punto sulle manifestazioni d’interesse pervenute da potenziali acquirenti. Qui non preoccupano i livelli occupazionali, visto che «la ristrutturazione è stata già fatta e con meno degli attuali 100 addetti la produzione non si può fare». La preoccupazione serpeggia però tra i dipendenti, visto che negli ultimi giorni «la situazione è peggiorata – come racconta un Rsu Cgil di Seves, Matteo Cecafosso – Il forno è stato spento e 96 persone sono in cassa integrazione».
«La scommessa del presente è trovare acquirenti attendibili che siano in grado di dare nuova vita e garantire futuro a queste aziende» ha commentato il presidente della Provincia Andrea Barducci. «Siamo impegnati insieme alle altre istituzioni a mantenere queste due importantissime realtà produttive sul nostro territorio – è intervenuta l’assessore Saccardi – È davvero inspiegabile che due realtà di assoluta eccellenza, che producono oggetti di alta qualità, grande bellezza e richiamo sul piano internazionale stiano vivendo una fase di crisi così profonda. E non soltanto per la perdita dei posti di lavoro ma anche perché Ginori e Seves rappresentano un tassello della bellezza di Firenze».