Timisoara – Serban Simbotelecan, fotografo naturalista
Nato a Petrosani, un piccolo paese della Romania, nel bel mezzo dei monti divenuti anche la sua principale fonte di ispirazione, Serban Simbotelecan ha dovuto poi lasciare la città natale per andare a vivere e lavorare a Timisoara, a ovest della Romania, pur continuando a frequentare le montagne, proprio nelle località vicine alla sua città natale. Nonostante che la fotografia non sia la sua professione principale, anch’essa segue il filo della creatività, e l’amore per ciò che fa.
Quando hai cominciato a scattare foto Serban?
“Il mezzo fotografico è stato all’inizio un modo efficace per “prendere appunti“, serbare le memorie di viaggio, senza alcuna pretesa artistica” risponde e aggiunge ” Solo in un secondo momento, cominciando a documentarmi, a guardare le fotografie di altri fotografi e a leggere quello che sulla fotografia essi avevano da dire, ho scoperto che fotografare poteva realmente potenziare la mia capacità d’osservare, e che questo nuovo punto di vista mi consentiva di scoprire aspetti nuovi della realtà circostante“.
I fotografi che maggiormente lo hanno influenzato e aiutato nel suo percorso sono, oltre a Bruce Percy che ha attivato probabilmente i più importanti cambiamenti nel suo modo di vedere l’arte della fotografia, Guy Tal, John Parminter, Jack Brauer e Dorin Bofan, suo buon amico dal quale ha imparato molte cose .
Alcuni di essi hanno influito in maniera determinante sulla sua capacità d’osservazione, tanto da condurlo a vedere l’immagine stessa attraverso le “impressioni” che lascia. Impressioni nate dall’organizzane dei diversi elementi presenti in natura, forme, colori, luci, ombre e nebbia e altro ancora.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
“Agli inizi ero più attratto dalla natura aspra delle montagne e dalla luce straordinaria di albe e tramonti. E’ molto facile essere attratti dalla spettacolarità dei panorami, ma non altrettanto immediato saper trasmettere e trasferire in un’immagine fotografica i sentimenti che questi suscitano”.
Come ti comporti in questo caso, quali strategie metti in atto?
“Cerco di distaccarmi completamente dalla scena, di diventare un semplice “osservatore”. Forse questa è la parte più difficile per un fotografo naturalista, poiché è necessario operare una selezione impietosa di tutto quello che deve essere “tagliato fuori dalla cornice”.
Come descriveresti la tua attività?
“Il lavoro del fotografo naturalista consiste in una ricerca senza fine di elementi giusti da far rientrare in un determinato frame. Poi, la realtà non è costituita unicamente da paesaggi maestosi ed io, benché desideri comunicare emozioni attraverso le mie immagini, in altri casi mi limito a lasciare che lo spettatore resti semplicemente in “contemplazione“, che a sua volta diventi “l’osservatore“. Inoltre, alcuni aspetti semplici della natura possono comunicare sentimenti forti come la gioia, la speranza, la vita, la tristezza, l’ansia”.
Potresti fare qualche esempio?
” Ad esempio gli alberi, soggetti ovvi per me. Ritengo che siano in grado di relazionarsi con noi e di trasmettere molti di questi sentimenti. Quando sono al centro di una foresta o vicino ad alcuni alberi interessanti sento che ho tutto quello di cui ho bisogno per “dipingere ” le mie immagini “. Vuoi concludere con un messaggio indirizzato a chi è interessato alle tue fotografie?
“Le immagini in formato cartolina che si visualizzano sullo schermo di un computer, nello spazio virtuale di Internet, non possono avere la stessa resa di quelle in natura o riprodotte in una foto stampata. Nel frattempo, in attesa di ammirarle sulla parete di casa vi sarà possibile scoprile e osservarle nel mio sito: www.sserban.com” .
Grazie per avere acconsentito a rilasciare questa interessante intervista.
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