I grandi sommelier amano dire che “Il vino buono è quello che finisce”. E in effetti non c’è definizione migliore per i vini di Marko Fon, che, quasi come un garagista, produce in vigne distribuite su quattro ettari di terreno nel Carso sloveno circa 5.000 bottiglie all’anno, quasi introvabili, se non nelle carte dei migliori ristoranti del mondo e nelle cantine dei veri appassionati. E se è vero che la Slovenia è terra di grandi vini e che i vini naturali sono ormai molto più di una moda da hipster, il vignaiolo che meglio di tutti riassume l’eleganza, l’originalità e l’identità dei migliori vini sloveni, declinandoli secondo i canoni di una coltivazione che rifiuta insetticidi e trattamenti sistemici, è Marko Fon (foto home page).
Serata d’autore al Caffè Arti & Mestieri
Il Carso Sloveno di Marko Fon incontra la grande cucina italiana di Gianni D’Amato
Sulle etichette di tutte le bottiglie di Marko Fon c’è una scritta in due lingue, Sloveno e Italiano, composta da tre parole, che racchiudono il senso e l’essenza del modo di fare vino proprio di questo sorprendente vignaiolo: cuore, terra, mani.
Marko Fon sarà ospite giovedi 21 aprile al Caffè Arti&Mestieri di una cena-evento, officiata a quattro mani con Gianni D’Amato. A partire da fine aprile infatti sarà pressocchè impossibile spostare Marko Fon dal lavoro nei campi, tra le sue vigne. La serata di giovedi 21 sarà perciò un’occasione irripetibile per apprendere direttamente dalla voce di Marko Fon le tecniche e la filosofia che caratterizzano il rapporto che lega il vignaiolo sloveno a ogni singola pianta dei suoi vigneti e al lembo di Carso sul quale crescono. E forse capiremo perchè tra i contadini del Carso si dice che “dove muore una malvasia, là si pianta una vitovska” e perchè per le uve di quel territorio “ci sia una Bora buona e una Bora cattiva”. Si cercherà anche di scoprire l’eta esatta di una delle vigne più famose di Fon, la ultracentenaria “Quattro Stati”, così denominata perchè su di lei si sono alternate attraverso tre secoli le giurisdizioni dell’Impero Austro-Ungarico, dell’italia, della Jugoslavia e della Slovenia.
Sono quattro i vini che, insieme al menu concepito e creato per l’occasione da Gianni D’Amato, saranno presentati in degustazione nel corso della serata. Tre grandi Bianchi innanzi tutto, ovvero la Malvazija 2014, abbinata a Trota “Fario” selvaggia, pera, robiolina e raperonzoli, quindi la Vitovska 2013, con un Coniglio cotto nel fieno, olivo, lamponi, capperi, e poi la Malvazija selezione 2014, ad accompagnare Cappellettoni di quaglia, il suo sugo, carota, sedano arrostito, granchio. Gran finale con un Rosso ormai letteralmente introvabile, il Teran 2011, insieme a Manzo, patata affumicata, cavolo acidulo, salsa piccante. Ci sarà spazio all’inizio anche per un aperitivo emiliano, nel giardino del Caffè Arti&Mestieri disegnato dall’architetto Porcinai, a base di gnocco fritto e lambrusco Sorbara “Gino Friedmann”, e per il Tirami Su Destrutturato di Gianni D’Amato a fine cena.
La cena è la prima di una serie di eventi speciali che, sotto il titolo di “Vini & Territori – Convivialità Evoluta”, Gianni D’Amato e Fulvia Salvarani proporranno agli amanti della cucina d’autore e delle migliori cantine italiane e straniere nel corso del 2016. I posti della cena con Marko Fon sono limitati, vi si accede, al costo di 70 euro a persona, solo tramite prenotazione, chiamando, preferibilmente entro martedi 19 aprile, lo 0522-432202 o inviando una mail a info@giannidamato.it.