Gli interventi edilizi autorizzati nel 2022 dal Comune di Reggio Emilia sono stati circa 4.300, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente che aveva già fatto segnare il record di autorizzazioni. Il dato è ancora più significativo se confrontato con la media del periodo 2015-2020, pari a 2.900 interventi all’anno: l’aumento è di quasi il 50%.
Il 98% di questi interventi ha riguardato la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. La crescita straordinaria del numero di pratiche edilizie per ristrutturazione è stata in gran parte trainata dal Superbonus 110% che, soprattutto negli ultimi mesi dello scorso anno, ha fatto segnare un aumento significativo di richieste.
Il trend degli interventi edilizi di nuova costruzione, che rappresenta solo il 2% del totale, è invece in forte controtendenza e registra una riduzione del 10% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Per la seconda volta consecutiva, Reggio Emilia ha così raggiunto l’obiettivo relativo al tasso annuo di ristrutturazione del parco immobiliare stabilito dall’Agenda 2030, ovvero il 2%, attestandosi al 2,2% a fronte di una media del periodo 2015-2020 dell’1,4%. L’ambito cittadino più dinamico si conferma il centro storico, nel quale sono stati realizzati dal 2015 ad oggi quasi 2mila interventi di manutenzione e riqualificazione.
“La transizione energetica passa, per prima cosa, dalla riduzione degli sprechi attraverso diffusi interventi di efficienza energetica e il patrimonio edilizio è ancora in larga parte composto da edifici fortemente energivori e dall’alto costo di gestione. Sono stati fatti importanti passi avanti, ma solo negli ultimi due anni abbiamo raggiunto un tasso annuo di ristrutturazione del parco immobiliare pari ad oltre al 2%”, commenta il vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana, Alex Pratissoli.
Contemporaneamente la Comunità europea sta discutendo della direttiva sulle case green che ha l’obiettivo di portare tutti gli immobili residenziali in classe energetica E entro il 2030 e, poi, in D entro il 2033.
“In questo contesto – prosegue il vicesindaco – non è chiaro quale strategia nazionale si vorrà adottare dopo il Superbonus che, da solo, ha contribuito a quasi la metà dei risparmi energetici conseguiti lo scorso anno dall’Italia. Per la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare servono, infatti, detrazioni fiscali permanenti, con regole chiare e stabili, in grado di favorire la programmazione di investimenti sulla riqualificazione energetica, in particolare dei condomini, ed una progressiva elettrificazione dei consumi finali. Serve, inoltre, una maggiore capacità di attrazione dei grandi capitali privati per la rigenerazione urbana”.
Il nuovo Piano urbanistico generale (Pug) introduce, a tal fine, una serie di semplificazioni, tollerazione, incentivi volumetrici ed economici come la riduzione del 50% del contributo di costruzione, con l’obiettivo, conclude Pratissoli, “di dare continuità all’attuale trend di riqualificazioni, in prospettiva anche in assenza del Superbonus, promuovendo interventi di efficientamento energetico e miglioramento sismico in grado di ridurre i fabbisogni energetici, migliorare il comfort e indirettamente preservare il valore patrimoniale e sociale del tessuto residenziale esistente”.