Continua anche nelle piazze di Reggio l’onda di protesta silenziosa “per la libertà d’espressione, per affermare – scrivono nel loro sito gli organizzatori – che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà”. Sabato nuova puntata in piazza Martiri del 7 luglio col consueto corollario di polemiche.
Il progetto di Legge sulle unioni civili che vuole equiparare le persone dello stesso sesso a loro non piace. E contestano anche la magistratura che “a colpi di sentenze introduce le adozioni per le coppie omosessuali”. Il loro modo di manifestare richiama alla memoria le proteste in piazza Taksim a Istanbul, tutti in piedi in silenzio.
Ma anche i “Veilleurs debout” francesi che si sono opposti alla Legge Taubira sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel loro caso, la protesta è motivata dal disegno di legge Scalfarotto. “Lo hanno presentato – spiegano le sentinelle – come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali ma il testo è fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione. Con questa legge chiunque faccia riferimento ad un modello di famiglia fondato sull’unione tra un uomo e una donna o sia contrario all’adozione di bambini da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, potrebbe essere denunciato e rischiare fino a un anno e sei mesi di carcere. Noi non accettiamo di non poter esprimere le nostre opinioni, per questo vegliamo”.
Sull’altro fronte, continua ad essere rinviata la marcia gay sul municipio di Reggio già annunciata dall’Arci per spingere l’amministrazione a mettere mano concreta al registro delle unioni tra coppie dello stesso sesso. E far presa anche sul Prefetto che, teoricamente, potrebbe cancellarlo in nome della direttiva Alfano.