Quest’anno la Franz Liszt Chamber Orchestra, che l’anno scorso ha fatto vibrare i cuori e le tavole del palco del teatro Valli, si è presentata mercoledì 25 marzo in scena insieme al virtuoso del violoncello Jang Wang per una esibizione davvero appassionante.
Che l’ensemble ungherese sia bravo è noto (non solo perché gli archi sono nella tradizione nazionale) com’è anche noto il virtuosismo di Jang Wang che ha contribuito, dando una marcia in più al repertorio, con una interpretazione sentita e appassionata, tale da rendere il cristallino equilibrio di Haydn un qualcosa di già intriso di lacrime, pathos e sentimento.
Senza pari il secondo movimento del Concerto per violoncello e orchestra che i presenti hanno potuto godere trattenendo il fiato e riempiendo, al termine, di applausi i musicisti, ancor più riusciti che non nello splendido e meraviglioso Andante Cantabile di Ĉajkovskji.
Il concerto, due ore di musica, ha anche visto momenti più lenti. L’entrata col Notturno di Michael Haydn (fratello del più noto Franz Joseph) e, a mio parere, anche l’inizio post intervallo introdotto da Mendelsshon non han regalato grandi emozioni, non certo per l’esecuzione in sé, del tutto accurata, quanto per l’assenza della guest star da una parte e la natura meno eclatante dei due pezzi dall’altra.
Effetto che non si più certo attribuire a Stravinskij, sia quello della Sagra della Primavera (tronfio e ridondante di modernità) o sia quello elegante e misurato del ritorno all’ordine dell’Apollon Musagète come in questo caso.
https://www.youtube.com/watch?v=nfCNxBKauE8 (d’accordo, qui il balletto lo segnalo soprattutto perché c’è Roberto Bolle che è sempre un bel guardare).
Sarà che sono reazionaria dentro, ma a me questo Stravinskij commuove fino alle lacrime. Anche nella sua freddezza, nel suo calcolato equilibrio, nel totale distacco di questa musica coreografica, d’atmosfera non vissuta.. chissà perché, ma mi risulta toccante. Sarà proprio nella sua facilità, nella sottile e allusiva bellezza chissà!
Menzione speciale per il bis di Jang Wang che ha regalato uno dei grandissimi classici di tutti i tempi: la prima delle suites di Bach per violoncello.
https://www.youtube.com/watch?v=VoiG_JrIkUo (ecco, cliccate il link e poi distogliete lo sguardo se non volete essere colti da un attacco di mal di mare. Vi sarà sufficiente ascoltare).
Un programma insomma che non ha messo alla prova i nervi del pubblico con impennate ma che ha fornito un gratificante e tonificante quadro musicale tutto da gustare: perché ben fatto, perché equilibrato, classico e familiare.