Il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro, torna a farsi portvaoce della propria comunità sul caso dell’Eternit, l’azienda dell’imprenditore svizzero cui la Corte di Cassazione ha annullato ieri la sentenza di appello – per sopraggiunta prescrizione – che condannava Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione e riconosceva risarcimenti per 280 milioni di euro ai familiari delle vittime e alle istituzioni locali per disastro ambientale.
Una comunità, quella rubierese, che ha dovuto contare 47 morti da amianto dell’Eternit; e che grida ancora giustizia.
Oggi il sindaco Cavallaro ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai presidenti delle camere e al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in cui si legge “Riconosciamo naturalmente piena legittimità all’altissimo giudizio della Corte. Non possiamo però fare a meno di sentire – nel nostro “piccolo” essere Istituzione – come possano essere gravi le conseguenze di quanto accaduto. E’ davvero difficile trovare le parole, stamane, per spiegare ai nostri concittadini l’accaduto: è difficile ammettere che lo Stato non è riuscito, nel complesso, a garantire loro giustizia“.
La lettera del capo della giunta rubierese ha ricevuto l’approvazione di tutti i gruppi politici consiliari, e si conclude con una recisa richiesta: “Chiediamo che vengano immediatamente prese le opportune iniziative legislative per correggere le inefficienze e lacune normative che nello stesso dibattimento di ieri sono state evidenziate. Che quanto accaduto non si possa ripetere mai più“.
Puntuale, da parte del governo è scattata l’ennesima promessa. Renzi, a caldo, ha annunciato provvedimenti, naturalmente senza far mancare il twitter: “La giustizia deve essere tempestiva. Non possiamo cedere davanti alla prescrizione. I processi devono essere veloci e giusti”. Ah, fosse – la Giustizia – veloce e tempestiva come i suoi cinguettii…