Aria nuova per l’opposizione di sinistra in città? Parrebbe proprio di sì, almeno stando a ciò che dichiarano il coordinatore provinciale di Sel Lorenzo Falchi e il responsabile per gli Enti locali del partito Leonardo Pieri. Infatti, è di ieri sera (con un documento approvato dall’assemblea provinciale all’unanimità tranne per il voto contrario di Eros Cruccolini) la decisione ufficiale e ufficializzata di Sinistra e Libertà di congedarsi dalla giunta Renzi e passare all’opposizione.
Sì, ma con chi? Infatti, neppure la pressione dell’intero partito è bastato a smuovere dalla sua ferma decisione di restare saldamente ancorato alla maggioranza colui che finora era l’unico rappresentante di Sel in consiglio comunale, vale a dire il consigliere Eros Cruccolini. Che ha ribadito la sua ferma intenzione di non seguire il partito nella scelta di andarsene all’opposizione. Poco male, tutto sommato, per Sel, che ha incassato la nuova iscrizione di Tommaso Grassi, consigliere di Sinistra e Cittadinanza. Il quale, in quanto a volontà di giocare in ruolo di punta nella squadra dell’opposizione di sinistra alla giunta Renzi, ne ha da vendere, come non ha mancato di dimostrare in questi anni.Bene. Tuttavia, i fatti a questo punto sono chiari: Sel ha due consiglieri in consiglio comunale, o meglio, ci sono due persone che hanno la tessera di Sel in tasca in consiglio comunale. Infatti, Eros Cruccolini non ha lasciato la tessera, né il partito, come ribadisce anche il coordinatore provinciale Falchi, glielo ha chiesto. E’ anche indubitabile, d’altro canto, che un iscritto di Sel sia nella maggioranza e un altro all’opposizione.
No problem, rispondono Falchi e Pieri a precisa osservazione. Infatti, Cruccolini rimane iscritto ma non ha il mandato di rappresentare la posizione del partito, che invece è ufficialmente attribuita a Grassi. Tant’è vero che, anticipano i due esponenti di Sel, Cruccolini “cambierà nome” nel senso che non potrà più usare il nomen del partito di Vendola. Ovviamente. Come ovvio è che i suoi voti conteranno per se stesso e non come voti del partito.
Toccherà invece a Grassi l’onere e l’onore di rappresentare le posizioni di Sel a cominciare da quella di partito d’opposizione. Ma lui non cambierà nome: semplicemente confluirà nel gruppo misto e di volta in volta, tenendo d’occhio anche l’evoluzione della faccenda, si vedrà il da farsi. O meglio, il nominarsi.
D’altro canto, come spiega lo stesso Grassi, la nuova posizione inaugurata da Sel “mi consente di fare un passo importante iscrivendomi al partito e di aprire una fase nuova per l’opposizione di sinistra in Città”. Magari strizzando l’occhio alla Regione, dove l’analogo passo compiuto da Romanelli potrebbe essere foriero di un contrattacco della sinistra (moderata) ma pur sempre sinistra come quella vendoliana al tentativo di alcuni settori del Pd di metterla in un cul de sac dove sarebbe tagliata fuori dai giochi e bollata con la (tremenda, di questi tempi) etichetta di “sinistra radicale”. Il che significherebbe morte lenta per consunzione. D’altro canto, l’allargamento delle provenienze politiche del Sel potrebbe incoraggiare da un lato i numerosi Pd che si sentono stretti nella camicia di forza della maggioranza renziana privatizzatrice e di centro, ma dall’altro anche le forze della FdS e dei Verdi.
In definitiva, come si modificherà il panorama degli assetti politici fiorentini? A livello numerico, nessun risultato. Cruccolini resta in maggioranza, Grassi all’opposizione: uno a uno palla al centro.
A livello politico, lo smarcamento del Sel se da un lato produrrà perplessità nella corrente Ds del Pd, che si vede a poco a poco mancare i numeri e le forze, dall’altro potrebbe persino facilitare Renzi eliminando le seccature di dover spiegare certe prese di posizione, in particolare riguardo alla gestione di beni comuni come trasporti, e magari trasporti locali e per essere più precisi Ataf.
Con un “aggiustamento” finale: come spiegano gli esponenti di Sel, e dato per assodato che il processo che ha portato a questa soluzione è il risultato di un lungo e progressivo straniamento delle posizioni della Giunta da quelle di Sel, non è detto che sui singoli provvedimenti non si possa trovare una convergenza.