Sei Toscana (gestione rifiuti) verso un modello high tech di economia circolare. Intervista all’ad Mairaghi

Siena – Sei Toscana (“gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena e in sei comuni della provincia di Livorno, raggruppa l’esperienza dei gestori operanti nel territorio della Toscana del Sud e si propone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio territoriale e ambientale, gestendo il servizio in modo efficiente, efficace e sostenibile”, si legge nel sito) sta ritrovando l’equilibrio industriale e societario. Di fatto ora soci pubblici e soci privati si dividono il controllo in parti uguali.

Un caso particolare nel mondo delle utility toscane a prevalenza pubblica che ha richiesto un assetto degli organi di gestione corrispondente alla nuova situazione. Occorreva individuare una figura che fosse espressione dei soci privati e nello stesso tempo avesse una conoscenza non superficiale dei rapporti fra istituzioni pubbliche e logiche manageriali.

La scelta è caduta su Marco Mairaghi, 47 anni, nominato amministratore delegato nel febbraio dell’anno scorso. Il suo profilo ne ha fatto il candidato ideale: manager di professione e grande esperto della macchina amministrativa in particolare nel settore dei servizi pubblici. Fiorentino, laureato in Economia e commercio, è stato fino al 2014 sindaco del Comune di Pontassieve e presidente dell’unione dei comuni del Valdarno e della Valdisieve, nonché vice-presidente di Anci Toscana e presidente di Anci Innovazione fino al 2015.

In questi mesi Mairaghi ha lavorato insieme con i commissari espressi dall’Anac, contribuendo con il presidente Roberto Paolini a ridare  concentrazione ed equilibrio a un’azienda con 170 milioni di valore della produzione, un utile di 1,5 milioni e 7 milioni di investimenti nel 2016 e quasi mille dipendenti. Nel corso del 2016 Sei Toscana ha gestito complessivamente oltre 533.663 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati (+54.986 tonnellate rispetto al 2015) in un bacino di 900.388 abitanti.

Come è andato il 2017 in termini di fatturato, utile e occupazione, collocazione di mercato estero e interno? Su quali punti di forza o di debolezza? In questi anni di crisi avete puntato sull’innovazione di processo e/o di prodotto? 

Il 2017 è stato un anno molto impegnativo per Sei Toscana, che la società ha affrontato senza rallentare l’attività né dal punto di vista della programmazione né sul fronte dell’operatività. Da un punto di vista di fatturato abbiamo mantenuto il valore della produzione in linea con l’anno precedente, un risultato che consideriamo positivo, dato il contesto di riferimento. Abbiamo portato a termine una riorganizzazione aziendale che ha interessato molte aree, abbiamo investito in formazione e crescita del personale, abbiamo promosso e introdotto  nuovi servizi per i comuni e abbiamo posto solide basi per costruire il nostro futuro.

Dunque vi state mettendo alle spalle i problemi di questi ultimi anni…

Forti delle esperienze fatte e dalle quali far nascere i nuovi progetti, abbiamo sviluppato un piano industriale di prossima presentazione, che indicherà le linee strategiche di sviluppo della nostra azienda. Con questo spirito sono convinto che da una fase complicata come quella vissuta si possano trovare energie e risorse per un nuovo slancio svolgendo ogni giorno il nostro lavoro,  guardando alle molteplici potenzialità che si presentano anche fuori dai nostri confini sia geografici che per così dire istituzionali, e che riguardano servizi ed attività che siamo in grado di svolgere con un alto grado di professionalità.

La raccolta ad Arezzo

Quali sono le attese del 2018 e quali investimenti intende mettere in atto ? 

Credo che “innovazione” debba rappresentate la parola d’ordine per il prossimo sviluppo di Sei Toscana e che in tale senso la nostra società possa in un futuro non così lontano rappresentare un modello nel panorama delle aziende di igiene urbana. L’innovazione tecnologica è uno degli assi strategici che intendiamo percorrere con convinzione. Stiamo investendo nello sviluppo e nella realizzazione di sistemi che siano all’avanguardia ed integrati all’origine, così da creare un unico sistema evoluto per tutti i processi aziendali. Con le tecnologie a disposizione possiamo garantire servizi sempre più vicini alle esigenze delle amministrazioni comunali e ai cittadini, contribuendo concretamente alla realizzazione di progetti integrati di smart cities, per i quali i servizi pubblici locali sono chiamati a giocare un ruolo di strategico. Per questo siamo al tavolo Smart Cities del Ministero dello sviluppo economico e abbiamo avviato un confronto con possibili partner per lo sviluppo di progetti dedicati.

Qual è la sua opinione sulle prospettive dell’economia italiana e quali sono le sue principali debolezze competitive sui mercati internazionali? 

Un forte impulso all’economia italiana può arrivare sicuramente dalla nuova concezione di sviluppo industriale che pone al centro l’ambiente, l’uso più attento delle risorse e il loro reimpiego nell’ottica della circolarità. Sei Toscana con la sua attività intende collocarsi all’interno di questo nuovo modello, esplorando nuovi contesti e nuove partnership.

Quali le linee strategiche più importanti?

In questa direzione abbiamo attivato nuove sperimentazioni che promuovono a tutti gli effetti la gestione delle risorse (nel nostro caso gli scarti della lavorazione dei rifiuti) nella nuova concezione di economia circolare, con interessanti riscontri non solo da un punto di vista ambientale ma anche economico; riscontri che stanno attirando interesse non solo all’interno dei confini nazionali. Un interessante progetto è quello che stiamo portando avanti con la collaborazione di Csai, che mette a disposizione la realtà impiantistica di Podere Rota, e della società PNAT, spin-off dell’università di Firenze della quale è a capo il neurobiologo Stefano Mancuso e che studia la neurologia vegetale ed il “comportamento” delle piante. Quello che stiamo sperimentando è la possibilità di utilizzare il percolato di discarica, appositamente diluito con acqua in apposite “vasche” nelle quale sono presenti specifiche piante. Questo tipo di collaborazione, della quale Sei Toscana cura gli aspetti progettuali, rappresenta un’occasione per uscire fuori dai confini dei servizi di igiene urbana intesi in senso stretto, andando a confrontarsi con aspetti nuovi del mondo dell’ambiente e delle risorse.

Dunque le premesse sono positive…

L’Italia ha ottime potenzialità per affermarsi nei mercati internazionali con la circular economy ed è già all’avanguardia sotto molti punti di vista in campo ambientale: qualche mese fa abbiamo appreso da Eurostat che il Belpaese avvia a  riciclo circa il 77% dei propri rifiuti raccolti in maniera differenziata, collocandosi al primo posto con un valore doppio rispetto alla media dei paesi  europei (37%) che fanno ancora ampio ricorso alla discarica. Circa 26 milioni di tonnellate di rifiuti che diventano materie prime seconde da reimpiegare nelle filiere produttive. Non solo l’Italia è anche, il secondo Paese europeo, dopo la Germania, in termini di fatturato e di addetti nel settore della preparazione al riciclo.

In generale qual è la sua visione sull’evoluzione del settore nel quale opera la sua azienda? 

Il settore dei servizi pubblici locali ha attraversato negli ultimi anni una trasformazione che soltanto in parte possiamo considerare compiuta. L’industrializzazione, che passa anche attraverso la gestione di un bacino di area vasta che consente di introdurre economie di scala e maggiore efficienza nell’erogazione servizi di igiene ambientale, è ancora poco diffusa e relegata a sporadiche esperienze, perlopiù localizzate al nord e al centro. Ritengo che sia urgente continuare a perseguire lo slancio industriale in questo settore, trovando nuovi stimoli e fissando traguardi ancora più ambiziosi in termini di innovazione, smart cities, economia circolare. Il nostro obiettivo è fare in modo che le attività di Sei Toscana vadano avanti e si sviluppino in più direzioni, andando ad intercettare le diverse opportunità che si presenteranno e che crediamo essere in grado di sostenere, garantendo così uno sviluppo aziendale concreto, con la volontà di posizionarci tra gli attori principali della gestione ambientale nel panorama nazionale.

In particolare come intende affrontare le sfide della cosiddetta industria 4.0, cioè l’applicazione integrata delle tecnologie ICT e robotiche e anche l’uso dei nuovi media nel rapporto con clienti e fornitori? 

I servizi di raccolta saranno interessati da alcuni interventi migliorativi così da rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini e raggiungere gli obiettivi di efficacia, efficienza, tracciabilità dei dati e trasparenza. Tra i vari interventi previsti nell’anno in corso, la progressiva introduzione di modelli di raccolta con sistemi di controllo degli accessi, la geolocalizzazione dei servizi a disposizione dei cittadini attraverso una app gratuita, l’informatizzazione dei centri di raccolta saranno alcuni degli elementi innovativi grazie ai quali avere dati certi in merito ai conferimenti e di conseguenza la possibilità, da parte dei Comuni, di offrire sistemi incentivanti. In questo modo si intende realizzare un modello di servizio che metta al centro i territori ed i cittadini, che sappia calarsi nelle diverse realtà a cui si rivolge di volta in volta, che sia innovativo e che sappia sfruttare le migliori tecnologie a disposizione. Un sistema che riesca a garantire una tracciabilità certa sia dei rifiuti urbani prodotti, ma anche la massima trasparenza del servizio erogato, così da incentivare politiche e azioni premianti, e il riconoscimento della qualità del lavoro effettivamente svolto.

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