A luglio sono 135.417 i contratti di lavoro in più, calcolati come saldo tra quelli attivati e quelli cessati, ma di questi solo 47 sono a tempo indeterminato.
Lo rende noto oggi il ministero del Lavoro nella notaflash relativa al mese scorso, che riguarda attivazioni e cessazioni di tutti i rapporti di lavoro, al netto dei settori del lavoro domestico e della Pubblica Amministrazione. I dati comprendono anche il settore agricolo.
A giugno il saldo deinuovi contratti era +61.098, con un saldo meno (-9.768) per quelli a tempo indeterminato. Le trasformazioni erano state 34.651.
I dati del ministero mostrano che l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati aluglio è cresciuta al 18% dal 13,9% di un anno prima; l’incidenza sul totale di quelli cessati è invece del 21,8% a fronte del 21% dello stesso periodo 2014.
Sempre a luglio sono state 27.328 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempodeterminato in rapporti a tempo indeterminato; erano 21.429 nello stesso periodo del 2014.
Il 7 marzo è entrato in vigore il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti previsto dal Jobs act, che non prevede la reintegra in caso dilicenziamento economico.
Dal primo gennaio, inoltre, le imprese che assumono in maniera stabile godono di sgravi contributivi fino a 8.000 euro annui per tre anni.